Fonte: Il Mattino di martedì 26 ottobre 2021
di Anna Maria Boniello
I Faraglioni di Capri, vittime delle incursioni dei pescatori di frodo, saranno al centro di un progetto pilota di ripristino ambientale a cura del CoNISMa, il Consorzio nazionale interuniversitario per le Scienze del Mare cui aderiscono diversi Atenei compresi Federico II e Parthenope.
Lo ha deciso la giunta comunale di Capri, su iniziativa dell’ assessore alla Risorsa mare Paola Mazzina, con l’ intento di creare un modello di tutela degli ecosistemi costieri e marittimi. È la risposta allo scempio, per molti versi irreparabile, portato ai fondali dei monumentali scogli isolani dai «datterai» che li hanno distrutti per estrarre i prelibati frutti di mare, la cui pesca è vietata dalla legge proprio per la delicatezza dell’ ecosistema marino che ne consente la crescita all’ interno delle rocce calcaree. I datterari, che ne vanno a caccia per alimentare il lucrosissimo mercato clandestino, utilizzano martelli pneumatici: le rocce danneggiate impiegheranno centinaia di anni per risanarsi.
Individuati l’ anno scorso dalla Guardia di Finanza dopo una lunga attività di indagine, 21 pescatori di frodo attivi nel Golfo di Napoli sono stati rinviati a giudizio e il Comune di Capri si è costituito parte civile nel processo, ritenendo inaccettabile un tale sfregio a scopo di lucro nei confronti di uno dei simboli dell’ isola.
LE FASI Il progetto avrà una durata di 18 mesi e si articolerà in cinque fasi. Nella prima fase, il lavoro consisterà nell’ identificare l’ area di studio, la problematica d’ interesse e i cosiddetti siti donatori e siti riceventi, per quanto riguarda le specie da preservare. In una seconda fase, si provvederà, presso i laboratori dell’ Università di Trieste, alla coltura delle plantule, che verranno poi trasportate e impiantate a Capri nelle aree da restaurare. In seguito si procederà a regolari monitoraggi per seguire l’ evoluzione del ripopolamento e della ricolonizzazione. La quarta fase sarà incentrata sulla valutazione dell’ azione di ripristino e l’ ultima riguarderà una importante azione di divulgazione e sensibilizzazione volta ad aumentare la consapevolezza ambientale di cittadini e ospiti dell’ isola. «La nostra difesa dei Faraglioni non si è fermata a un’ azione punitiva contro coloro che li hanno danneggiati per moltissimi anni a scopo di lucro – dice il sindaco di Capri, Marino Lembo – ma si è sviluppata in direzione di un importante progetto di tutela ambientale. Per questo motivo, affidarsi alle Università è stato un atto fondamentale, perché la nostra intenzione è creare un modello Capri, esemplare ed innovativo, che riesca a proteggere e valorizzare le nostre acque, fondali, coste e relativi ecosistemi». «Questo progetto ha un altissimo valore tecnico-scientifico – sottolinea l’ assessore Mazzina – e ci permetterà di avviare delle decisive azioni restaurative nell’ area dei Faraglioni, volte a ripristinare le foreste marine e migliorare lo stato ecologico del substrato roccioso.
Vogliamo riportare, oltre alla legalità, anche un senso di conservativo e di sensibilizzazione ambientale».
L’ IMPEGNO La struttura organizzativa individuata dalla Guardia di Finanza lo scorso inverno aveva commesso una serie indeterminata di reati, tutti connessi alla illecita e violenta estrazione e commercializzazione dei datteri, compromettendo la biodiversità dei Faraglioni. Un oltraggio a cui si porrà presto rimedio e che non sarà più possibile ripetere dopo l’ installazione, quest’ estate, delle barriere anti-ormeggio selvaggio a Marina Piccola. E il prossimo passo sarà l’ istituzione dell’ Area Marina Protetta.