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Capri, residenti senza casa «È sold out anche per noi»

di Redazione
9 Agosto 2023
in News
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Seggiovia Monte Solaro

Fonte: Il Mattino

di Maria Chiara Aulisio e Anna Maria Boniello

Capri scoppia, non c’è un posto letto neanche a pagarlo oro o quanto lo pagano frotte di turisti americani di fatto padroni dell’isola pronti a tirar fuori qualunque cifra pur di fare le vacanze lì. Non c’è più un posto letto sul serio e non si trova una casa che sia una. E il problema è talmente serio che ora cominciano ad avvertirlo sulla propria pelle anche i capresi al punto che molte coppie di giovani sposi hanno adottato giocoforza il pendolarismo al contrario: vivono a Napoli e lavorano a Capri. Il punto è sempre lo stesso: chiunque disponga anche di pochissimi metri quadrati li trasforma in b&b o casa vacanza guadagnando il quadruplo, se non di più, di quello che otterrebbe affittando diversamente.

L’INTERVENTO

La questione stamattina sarà portata all’attenzione del Consiglio comunale grazie a una delibera di indirizzo di Enrico Romano, solerte consigliere di maggioranza con delega all’Urbanistica, intenzionato a chiedere con forza un cambio di rotta: «Se non possiamo fermare gli affitti indiscriminati facciamo in modo che almeno siano in regola. Non è ammissibile che un’abitazione autorizzata ad accogliere quattro persone poi ne ospiti otto o dieci. O che una villa dove si è aggiunta una mega piscina resti accatastata sempre allo stesso modo». La questione riguarda infatti tutto il territorio isolano. E questa è la ragione che ha convinto il consigliere Romano a coinvolgere l’intero Consiglio comunale: «Il sovraffollamento su un’isola piccola come questa comporta disagi enormi. Uno su tutti: la spazzatura. I netturbini sono il numero giusto per far fronte a un carico di rifiuti ben preciso, se quel carico raddoppia è chiaro che non potranno mai farcela a tenere l’isola pulita. Stesso discorso vale per l’impianto fognario e per il traffico: decine di motorini, e di pulmini, girano in maniera incontrollata trasportando merci e persone: chi dispone dell’autorizzazione per farne circolare uno troppo spesso ne fa circolare quattro mentre Capri muore di traffico, caos e disordine». D’altronde i dati parlano chiaro: nel 2016 le strutture extraricettive  e cioè bed and breakfast e case vacanze  erano 111 per un totale di 301 camere e 615 posti letto. Nel 2022 il numero delle stesse strutture è salito a 484. Da qui la necessità – spiega il consigliere – di mettere un po’ d’ordine nel costosissimo mondo dell’ospitalità: «Il problema ora è anche sociale, si sta svuotando una comunità, senza contare i danni dal punto di vista urbanistico. Ne discuteremo in Consiglio, bisogna fare qualcosa e anche subito».

LA DELIBERA

La delibera di indirizzo ai settori Edilizia privata, Anagrafe e Polizia municipale ha come scopo proprio questo: monitorare il fenomeno e verificare in maniera capillare il rispetto delle regole da parte di chi gestisce le strutture: «Vanno prima di tutto controllati i certificati, è necessario che siano effettivi: basta con la pratica dei finti residenti solo per godere di benefit e agevolazioni. Stesse verifiche sull’identità dei titolari delle singole attività, c’è bisogno di più trasparenza. Poi toccherà all’ufficio Edilizia privata stabilire se la categoria catastale è conforme a quella di legge». E si torna a parlare di prezzi pazzeschi. «Qui pagano ville anche 120mila euro al mese, che follia – spiega il consigliere Romano – i proprietari vanno in Costa Smeralda a fare le vacanze e nelle loro residenze capresi ci piazzano turisti milionari. Nessun illecito, sia ben chiaro, purché vengano rispettate le regole e si paghi ciò che si deve al Comune per una gestione legale di queste attività». D’altronde Capri è un’isola assai piccola, con una superficie di circa dieci chilometri quadrati e un piano regolatore che vieta anche solo di ipotizzare una camera in più ovunque sia. Gli alberghi, per dirne una, il massimo che possono fare è una rinfrescata alle pareti dell’hotel quando serve. «Qui non siamo in Costiera. Capri non è Positano e non è Amalfi, non ha dintorni dove spostarsi in caso di necessità: se scatta il tutto pieno devi solo andare altrove». Ecco perché c’è chi suo malgrado ha scelto di fare il pendolare: «Il pendolare al contrario – aggiunge Romano – conosco diverse persone, soprattutto giovani, che hanno trovato casa nella zona del porto di Napoli. Credetemi: non avevano alternative. Ogni mattina si imbarcano e vengono a lavorare a Capri, a fine giornata riprendono l’aliscafo e tornano a Napoli. Una gran fatica ma almeno hanno un tetto sulla testa».

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