Fonte: Il Mattino
di Anna Maria Boniello
Dopo le immagini diffuse ieri sui social, che ritraevano una comitiva di giovani che consumavano il loro pic-nic seduti sui gradini di ingresso delle lussuose boutique di via Vittorio Emanuele, con i negozianti che avevano calato le serrande, arrivano le reazioni di commercianti, imprenditori, sindaci, associazioni e cittadini stufi di stare su un’isola con servizi al collasso. Nonostante quest’anno non si sia toccato il record, gli arrivi continuano ad aumentare: 35mila nel week-end del dopo Ferragosto. leri, nonostante si trattasse di un giorno feriale, gli arrivi hanno toccato quota dodicimila: altrettante sono state le partenze, segno che è ritornato il turismo giornaliero. LA PROPOSTA «No al luna park Capri». La prima considerazione è della delegazione dell’isola di Capri dell’Unione Nazionale Consumatori che già la scorsa estate aveva scritto al prefetto e a tutti i comandi provinciali delle forze dell’ordine sino alla direzione marittima della Campania per sollevare il caso Capri. La proposta lanciata già lo scorso anno non era per cercare un numero chiuso ma era rivolta a regolamentare i flussi turistici, spalmando gli sbarchi in varie ore del giorno e non tutti al mattino, con lo scopo di rendere l’isola meno caotica sia per i turisti che per i residenti. Da tempo l’Unione Consumatori sostiene che la mancanza di regolamentazione sta portando a una vera e propria «insostenibilità del turismo e una riduzione degli standard qualitativi di una realtà che si è sempre contraddistinta per accoglienza e ospitalità». LE REAZIONI Il caos di domenica è diventato il caso del giorno. «Quello che sta succedendo – dice il presidente dell’Ascom Capri, Luciano Bersani – è la logica conseguenza di politiche cieche. Sono anni che abbiamo lo stesso problema e sono anni che ce ne ricordiamo solo in piena estate. I flussi turistici vanno accompagnati da politiche di regolamentazione che mai sono state attuate. È ovvio che il sistema Capri vada in difficoltà se si hanno 14-15.000 sbarchi e se i servizi offerti non si organizzano di conseguenza». Riprende l’imprenditore caprese del fashion Roberto Russo: «Siamo ai titoli di coda di un film visto molte volte. L’emergenza non può e non deve essere un’abitudine. Ci vogliono soluzioni tempestive che purtroppo in questo momento, qualcuno non è in arado di saper affrontare e soprattutto gestire. Gli sbarchi sono la punta dell’iceberg, è il sistema Capri che va ridiscusso e rimodulato con regole certe e in tempi brevi». Da Anacapri il vicesindaco Franco Cerrotta sostiene che «la soluzione era già stata trovata nel 2017 quando il comune di Anacapri approvò uno studio per la realizzazione di una funicolare da Marina Grande ad Anacapri con fermata a Capri. Sono passati cinque anni e il progetto si è fermato. Il problema non si risolve con il numero chiuso ma con l’organizzazione dei nostri servizi di trasporto». Marino Lembo, sindaco di Capri, tuona: «Sbarca sull’isola un afflusso che non è commisurato assolutamente al nostro sistema di trasporti e viabilità interna. È necessario che il piano orari sia stabilito non solo con le compagnie di navigazione ma con i sindaci di Capri e Anacapri coinvolgendoli nelle scelte e turistico dell’isola».