Fonte: Metropolis
di Marco Milano
CAPRI – Capri autonoma e a statuto speciale e magari unita in un’alleanza tra i due comuni o in un comune unico. L’annuncio nei giorni scorsi del sottosegretario ai beni culturali Vittorio Sgarbi di musei autonomi per l’isola azzurra e altre località, come Lucca, ha riaperto il dibattito su regole speciali per la terra dei Faraglioni anche in altri ambiti. Una necessità dettata anche e soprattutto dallo status di territorio insulare con tutte le criticità del caso. L’invidia e lo sguardo ammirato nei confronti della Capri bella e unica con annessa beatitudine dei suoi abitanti, infatti, si scontra con una realtà fatta anche di tante criticità, dalla mobilità ai costi eccessivi, dalla difficoltà di reperire personale per enti e uffici pubblici alle complessità organizzative per garantire i servizi essenziali alla cittadinanza isolana. Last but not least la insormontabile barriera fornita da un piccolo lembo di terra completamente bagnato dal mare, e quindi isolato dalla terraferma, che si palesa, per esempio, in tutte le situazioni di condizioni meteomarine avverse. Tutti problemi che, of course, non si risolvono dall’oggi al domani né nel breve volgere del periodo di bassa stagione quando qualcuno crede che determinati argomenti vengano posti sul tavolo per chissà quali misteriosi e poco trasparenti obiettivi e, invece, semplicemente messi in luce per dare il proprio contributo ad un dibattito che non va mai inaridito ma anzi rinfocolato e rinverdito. Ma per farlo occorre la forza delle idee che non sono, necessariamente, patrimonio di tutti. A prescindere dai malpensanti da salotto, dunque, l’unione dei comuni di Capri e Anacapri o un’isola a statuto speciale, sono soluzioni che porterebbero e apporterebbero notevoli benefici in termini di rapidità di interventi in settori nevralgici del territorio a vantaggio di tutti.