Anna Maria Boniello. Capri – Il cancelletto che consente l’accesso a Villa Jovis è stato aperto alle undici in punto dall’addetto responsabile del sito. E’ rimasta però chiusa per l’intera giornata la biglietteria dove è possibile acquistare per due euro il ticket d’ingresso. Ed anche se è stato effettuato una prima ricognizione lungo i viali da parte degli addetti della società responsabile dell’appalto della manutenzione, che sono arrivati a Capri la scorsa settimana ed hanno effettuato un primo intervento di bonifica, persiste all’interno dell’area una vera e propria aria di abbandono. Lungo l’itinerario che introduce nella storia del mito del più amato personaggio della storia dell’isola che da Capri dominò sull’impero per oltre 11 anni. La scoperta dei ruderi di Tiberio, portati definitivamente alla luce da Amedeo Maiuri negli anni ’30, si deve all’impegno speso dal diplomatico austiaco con la passione dell’archeologia Norbert Hadrawa che nel ‘700 avviò vari scavi sul territorio dell’isola. Ma i tesori più importanti vennero alla luce sulla collina di Tiberio, dove l’imperatore romano fece costruire la più grande delle 12 ville che furono edificate per lui sull’isola. L’opera di Hadrawa venne conclusa da Amedeo Maiuri, uno tra i più importanti archeologi italiani che tra il 1932 ed il 1935 portò a termine lo scavo di Villa Jovis, dedicata al dio Giove, che dal 26 al 37 D.C. fu la sede del palazzo imperiale di Tiberio a Capri. I ruderi della villa coprono una superficie di oltre 70.000 metri quadrai su più livelli, e gli ambienti che furono le cisterne riuscivano ad avere una capacità di raccolta di 80.000 metri cubici di acqua. Nel tempo sono andati distrutti tutti i pregiati marmi che ornavano il palazzo, ed ancora oggi si favoleggia che sepolto in una grotta si trovi il cavallo d’oro che l’Imperatore aveva esposto in una delle immense sale dove riceveva i patrizi ed i senatori che arrivavano da Roma per aggiornarlo sulle vicende dell’impero. Gli scavi di Tiberio che rappresentano per l’isola un vero e proprio patrimonio archeologico ieri sono stati visitati da due scolaresche. Una sessantina di studenti inglesi che accompagnati dai loro insegnanti si sono inerpicati per il piccolo sentiero che dalla piazzetta in circa 40 minuti introduce nella storia antica dell’isola in un percorso naturale di straordinaria bellezza. Insieme ai ruderi però all’interno, i visitatori, dopo tre mesi di chiusura, hanno assistito anche ad uno spettacolo di degrado ed incuria diventato ormai endemico. Infatti dopo la denuncia degli ultimi giorni ed il progetto presentato dal Comune per la riqualificazione del sito, sono insorti anche gli imprenditori turistici. Sergio Gargiulo sollecita la soprintendenza a valutare l’idea di affidare al comune la gestione del sito, mentre scende in campo il presidente di Capri Excellence Gianfranco Morgano impegnando la sua associazione di imprenditori anche economicamente “Siamo pronti- ha detto Morgano- a incontrare il sovrintendente e mettere a disposizione un fondo per la bonifica dell’area archeologica sotto la supervisione di esperti della sovrintendenza, e ampliare l’orario di visita che non può essere effettuato solo dalle 11 alle 15, specialmente nei mesi estivi”.