Capri Award 2011: Menzione speciale al poeta caprese Stefano Federico
di Valentina Coppola
Tra i numerosi eventi che l’isola offre nel mesi estivi, il Capri Award 2011 è stato sicuramente uno dei più originali e suggestivi. Nella tappa caprese del premio internazionale, quest’anno dedicata al Giappone, è stata premiata Banana Yoshimoto, celebre scrittrice ormai conosciutissima dal pubblico italiano. Autrice di libri come Kitchen, La piccola ombra, N.P., la giovane autrice ha riscosso un successo internazionale grazie al suo stile fresco, diretto ma poetico al tempo stesso, risultando, fin dall’apparizione di Kitchen nel 1991, un caso letterario. Tutta la cerimonia ha avuto come motivo di fondo il paese del Sol Levante, il suo dramma, il suo coraggio, la sua dignità.
In libreria in questi giorni, con un nuovo racconto dal titolo “Primo Amore” (High and Dry) la Yoshimoto ha espresso la sua gratitudine per il Premio ricevuto e ha poi affascinato i presenti con la lettura di un suo racconto inedito, dal titolo “Una Rosa”, che ha come sfondo la recente tragedia dello tsunami che ha devastato il suo paese.
Premio Capri-Giornalismo, invece, per la sezione direttori a Virman Cusenza, direttore del Mattino, per il piglio e l'autorevolezza conferite alla storica testata del Mezzogiorno.
In questa cornice carica di emozioni e poesia, tra nomi importanti e personalità autorevoli non si è dimenticato il talento e la semplicità di un giovane isolano: una menzione speciale per la poesia, consegnata dal sindaco di Capri Ciro Lembo e dal presidente della manifestazione dott. Claudio Angelini, è andata a Stefano Federico, giovane caprese morto prematuramente all’età di 32 anni il 16 gennaio di quest’anno, in circostanze ancora da chiarire sulle quali indaga la Procura di Napoli.
Non a caso, infatti, Stefano Federico era un grande amante del Giappone ed appassionato della cultura nipponica, imparando, da autodidatta, a parlare ed a scrivere fluidamente in giapponese. Conosceva un altissimo numero di kanji (ideogrammi), tanto da fare invidia anche a un giapponese.
Era stato varie volte in Giappone, in particolare nella città di Kyoto, dove aveva molti amici. La poesia era una delle sue forme di comunicazione preferite, tanto che in occasione di un suo viaggio scrisse: “Di fronte alla bellezza del giardino giapponese sono rimasto senza fiato ma non senza parole”.
Tra le arti che praticava, oltre alle arti marziali e alla calligrafia, aveva sviluppato una grande perizia nella creazione di “origami” (arte di piegare la carta). Stefano aveva l’abitudine di girare per Capri con i suoi foglietti colorati di carta di riso (rigorosamente provenienti dal Giappone) sempre intento a creare animaletti, fiori e figure geometriche, con i quali strabiliava i suoi amici ai quali poi spesso regalava le sue creazioni di carta.
Nell’arte degli origami aveva raggiunto un livello molto alto tanto da inventarne di nuovi, ma quella di cui andava più fiero era la fenice.
Studiava inoltre la filosofia Zen, ossia i principi e l’etica dei Samurai, dalla quale traeva principi di vita e soprattutto ispirazione per i suoi numerosi versi. La poesia “Giappone” letta dal Dott. Angelini nel corso della manifestazione, in merito alla quale gli è stata conferita la menzione speciale, è profondamente inspirata e intrisa della filosofia Zen. Nella motivazione del Premio alla Yoshimoto si sottolinea il contenuto poetico della scrittura “caratterizzata da una gentilezza e una spiritualità che sono simboli delle qualità del popolo giapponese.” Qualità che si rispecchiano in pieno nella vita di questo giovane talento caprese che scriveva: l’anima non si spiega, per tutto il resto c’è una tecnica origami.”
Giappone
Nel cerchio del sole,
la pupilla del mondo
legge in poche parole
il senso più profondo.
Le storie che lessi
di uomini d’onore
che sacrificarono se stessi
nel nome di un Signore.
sotto il fusto dei cipressi,
alle radici il loro cuore
porta i nomi bene impressi
anche senza alcun colore.
Impressi col coraggio
e la determinazione
del guerriero saggio
presente in ogni azione.
Impressi con la forza
del monaco sapiente
che stringe la sua morsa
per addentare il niente.
tsuzuku.