Anna Maria Boniello. Capri – Un’invocazione a San Costanzo con lettera aperta letta nel corso della processione del Santo Patrono di Capri è stata il colpo di scena religioso che il Parroco Don Carmine del Gaudio ha voluto imprimere nel corso dell’evento di culto. San Costanzo e il patrono di Capri, che cade il 14 Maggio. I festeggiamenti in suo onore iniziano una settimana prima del 14 con l’esposizione in piazzetta del quadro che nelle sue immagini rappresenta uno dei miracoli narrati dagli agiografi, nel 991, quando il Santo fece scatenare una furiosa tempesta che impedì lo sbarco sull’isola dei corsari che venivano a saccheggiare Capri ed i suoi abitanti. A distanza di un millennio un nuovo miracolo viene chiesto da Don Carmine del Gaudio nel corso della processione che riporta San Costanzo nella Cattedrale, dopo essere rimasto esposto al culto nella chiesa di Marina Grande che porta il suo nome. Don Carmine, arrivato ai Due Golfi, per la prima volta nella storia dell’isola, ha fatto invertire il percorso della processione, portando la statua argentea del Santo Patrono proprio all’ingresso del Pronto Soccorso dell’Ospedale Capilupi. Molti pensavano che si trattasse di una piccola predica, o una sosta per gli ammalati ricoverati, invece il Parroco di Capri ha riservato ai fedeli un’altra sorpresa. Ha estratto una lettera ed ha iniziato a leggerla direttamente all’effige del Santo invocando i suoi auspici a favore dell’Ospedale. “Ho voluto” ha detto Don Carmine “carissimo San Costanzo, che tu lo guardassi da vicino quasi tra le corsie, le sale operatorie e gli ambulatori, ed è come” ha detto don Carmine con voce ferma e decisa “se ti avessi chiesto di guardare nell’animo di tutti i capresi, specialmente quelli ammalati. Vedi San Costanzo” ha continuato il sacerdote tra il silenzio di una folla di fedeli ed autorità, era presente anche il Sindaco e la giunta al completo “l’assistenza sanitaria sull’isola è molto provvisoria. Dobbiamo pregare di non ammalarci, specialmente se sei un onesto lavoratore, ma non hai denaro. Se sei ricco puoi anche andare in giro per il mondo a farti curare” ha continuato Don Carmine quasi in una denunzia sociale “su quest’isola se hai bisogno di analisi speciali devi andare a Napoli o altrove, con tutti i disagi del mare che tu ben conosci, per aver fermato le tempeste. Se hai bisogno di chemioterapie devi emigrare, se devi fare dialisi devi sempre sperare che ci sia il nefrologo che possa e voglia venire sull’isola. Se hai bisogno di specialisti, o prenotare una visita devi penare per ricevere l’appuntamento”. E poi Don Carmine ha toccato un tasto dolente ed un argomento che ormai sta facendo sollevare l’indignazione degli abitanti. Lo stop del cantiere per una serie di motivi oscuri e burocratici, nonostante che una caprese abbia donato due milioni di euro per ristrutturare l’ospedale. Ed è stato questo il secondo appello scritto nella lettera aperta a San Costanzo. “Una benefattrice a cui va la riconoscenza dei capresi ed i lavori non riescono ad andare avanti da due anni. Non riusciamo a capire perché” ha chiesto Don Carmine “tra Regione, Genio Civile, Asl Na1 e non sappiamo che deve dare parere ed apporre firme” ed infine ha chiesto al patrono dell’isola “Caro San Costanzo, informati tu ed informa anche noi, siamo desiderosi di conoscere la verità vera”. Parole dette come monito e quasi denuncia per un problema che tocca la salute pubblica ed in particolare di gran parte della popolazione che guarda al Capilupi come unico presidio sanitario dell’isola a cui rivolgersi.