Anna Maria Boniello. Capri – Questa volta sicuramente la colpa di aver imbrattato con vernice nera la stele creata dal grande scultore Giacomo Manzù per ricordare il passaggio di Lenin a Capri, non può essere addossata al solito gruppetto di villeggianti estivi, e nemmeno a qualche rappresentante di opinioni politiche opposte al rivoluzionario che soggiornò a Capri proprio nella villa che sovrasta la piazzetta dove è stata posta la stele e che è stata immortalata nella foto con la partita a scacchi tra Lenin e Bogdanov con Gorkij a fare da spettatore. L’episodio, che è accaduto la scorsa notte, ha creato una piccola “rivoluzione” nel mondo dei residenti e degli intellettuali non solo isolani, anche perché non è la prima volta che il monumento, tre blocchi di marmo di carrara su una base rossa di granito, che il grande scultore Manzù donò all’isola nel 1970 viene preso di mira ed imbrattato di scritte e graffiti che deturpano quello che in altri luoghi sarebbe sicuramente apprezzato e tutelato. I vandali che hanno agito la scorsa notte, sicuramente residenti sull’isola, non si sono limitati però ad oltraggiare il monumento a Lenin con graffiti di vernice spray nera, ma hanno lasciato sul lato della stele una sigla, “ACAB”, l’acronimo di “All cops are bastards”, un insulto alle forze dell’ordine nato negli ambienti degli ultras. Lo scempio è continuato lungo Viale Matteotti con varie scritte “Hooligans” sia sul selciato che sui muretti in mattone che costeggiano il viale, uno dei più bei percorsi dell’isola, tra i Giardini di Augusto e la Certosa di San Giacomo. L’atto vandalico della scorsa notte avviene a pochi mesi di distanza da quello che prese di mira la scuola elementare di Tiberio dedicata a Giuseppe Salvia, il caprese vicedirettore del Carcere di Poggioreale che negli negli anni ’80 cadde in un agguato di camorra, ed il Comune di Capri volle dedicargli l’edificio scolastico proprio come esempio di legalità. La scuola, grazie all’impegno dei genitori e dell’amministrazione comunale rispettò i termini dell’apertura per il nuovo anno, ed il Parroco di Capri Don Carmine del Gaudio organizzò una fiaccolata a cui presero parte centinaia di cittadini proprio per condannare questi atti vandalici, e nella sua omelia denunziò l’episodio e gli atti di vandalismo come un grave segnale che faceva accomunale l’isola di Capri a quelle “periferie culturali” di cui parla Papa Francesco. Gesti incomprensibili che sono segnale evidenti di un disagio giovanile che ormai sta contaminando anche l’isola azzurra, luogo che per antonomasia viene amato e rispettato dai suoi stessi abitanti che cercano di mantenersi lontano da stili di vita ed abitudini che purtroppo man mano stanno cominciando ad attecchire anche sulle coste isolane. L’accaduto è stato anche condannato dal tam-tam del web, da diversi giovani appioppando agli autori di questo gesto appellativi come “deficienti” ed “ignoranti” e molti messaggi sono stati postati anche sulla pagina dell’amministrazione “Sì ci stiamo provando”, dove, fra il sentimento generale di indignazione, Renato Esposito, storico dell’isola, auspica che gli autori di questo gesto, una volta scoperti, siano destinati al servizio civile per ripulire tutta la zona. Intanto sul recente episodio sta indagando la Polizia, ieri mattina c’è stato un primo sopralluogo da parte della squadra giudiziaria del Commissariato di Capri, coordinata dal sovrintendente capo Stefano Guarino, con lo scopo di acquisire elementi utili per risalire agli autori di questo gesto.