Anna Maria Boniello. Capri – La guerra delle concessioni nello specchio d’acqua del porto commerciale di Marina Grande, l’unica vera porta d’accesso all’isola azzurra, è diventato l’argomento principale di quest’estate. Lo specchio d’acqua che è protetto da due grandi moli, sul molo principale, sul quale transitano d’estate migliaia di passeggeri al giorno, attraccano traghetti, aliscafi e piccole imbarcazioni di trasporto passeggeri che arrivano dalla penisola, vede all’interno quello che è chiamato il pontile per l’ormeggio dei motoscafi che effettuano servizio di trasporto passeggeri da e per la Grotta Azzurra e giri dell’isola. Ed è proprio su questo pontile che da fine luglio si è concentrata l’attenzione della Procura che con i sub della Guardia Costiera ha fatto scandagliare i fondali ed in superficie ha contato i gavitelli e catenarie che sono destinati agli ormeggi delle trentasette barche che effettuano il servizio. All’interno dello specchio d’acqua esistono altre concessioni sempre destinate al trasporto passeggeri, mentre sul versante opposto del molo principale, il comune, in uno spazio a mare avuto in concessione ha installato un campo boe sul quale ormeggiano scafi di piccole dimensioni dei pescatori ed i concessionari di licenza per l’attività di noleggio. L’utilizzo di queste boe, a mezzo concessione, viene dato uno a famiglia, ed in cima alle preferenze vanno le imbarcazioni più piccole, gozzi in legno, gommoni o fuoribordo. Il porto di Capri però ha un’unica imboccatura d’accesso sia per quanto riguarda il traffico marittimo giornaliero sia per quanto riguarda yacht e scafi che si dirigono nel porto turistico. Un porto che gode di una concessione regionale, gestito da una S.p.a. che vede al suo interno il 51% di quote al comune ed il 49% all’Invitalia, una società che fa capo al Ministero del Tesoro. E mentre in questa oasi in mare si respira area di regolamentazione, e si entra solo sotto prenotazione, diversa è la situazione che si vive nel porto commerciale, tanto che è recentissima la data dell’ultima ordinanza della Capitaneria di Porto che serve proprio a regolamentare tutte le attività che si svolgono all’interno di quello specchio d’acqua. A firmarla il 26 Maggio di quest’anno è stato il Tenente di Vascello Alessandro Sarro, a pochissimi giorni dal termine del suo incarico. L’ordinanza abolisce tutte le precedenti e fissa in ventidue articoli tutto il disciplinare e le disposizioni utili a mettere ordine nell’ambito del porto commerciale. A partire dall’utilizzo dei moli, ai quali viene dato ognuno un numero, sino alla banchinella, il largo spazio di forma trapezoidale collocato al centro del porto che viene utilizzato in gran parte per l’attracco dei mezzi in transito, ed anche per l’approvvigionamento di carburanti al distributore di benzina. Circa venti pagine in cui viene trattata anche la disciplina degli ormeggi, delle unità navali da traffico non di linea, di piccolo tonnellaggio e che effettuano attività turistico ricettive. Un disciplinare che dovrebbe essere applicato mettendo fine ad ogni diatriba e polemica in quanto fissa anche rigidi paletti ai numeri delle unità navali e navi da crociera che possono ormeggiare in rada. Ma ieri, nel day after del blitz che ha visto rimuovere da Guardia di Finanza e subacquei oltre una trentina di catenarie e gavitelli, sul porto si respirava l’aria di sempre. “Fortunatamente, dice qualche marinaio, non ci è stato impedito di esercitare il nostro lavoro e quindi, spiegano i motoscafisti, per ora senza ormeggiare al pontile possiamo rimanere nel porto commerciale calando l’ancora. Qualche problema potrebbe sorgere solo se venisse cattivo tempo, ed allora in quel caso l’unica soluzione sarebbe quella di trasferire tutte le imbarcazioni all’interno del porto turistico.