Focus
di Massimo Maresca
Con la scusa di pizza, birra e jazz
Al via la sesta edizione del “Pizza Jazz Capri Birra Artigianale”, promossa e fortemente voluta dal caro Mirko Brunetti che nel 2014, desideroso di sponsorizzare e far conoscere la birra di Capri e il suo brand, si inventò di sana pianta l’intero evento, supportato da amici e colleghi imprenditori, dall’ASCOM isolana e dal Comune di Anacapri – questi ultimi due in prima linea, patrocinando il tutto.
Al di là delle notizie già conosciute, abbiamo voluto avvicinare Mirko per carpire qualche curiosità che magari può sfuggire a chi non presta molta attenzione a cosa può esserci dietro una manifestazione così e magari può addirittura dare per scontato un evento del genere. Perché effettivamente scontato non è ed è bene ribadire che fino a cinque anni fa il “Pizza Jazz Capri Birra Artigianale” non esisteva.
Mirko è stato disponibile a focalizzare, senza troppi fronzoli, alcuni punti forza: per prima cosa cercare di non stare sempre a lamentarci delle cose che non vanno, a utilizzare spasmodicamente quell’espressione tanto cara ai social, “VERGOGNA”, che ritroviamo troppo spesso a commento di fatti spiacevoli e imbarazzanti, ma che poi non vedono molti a fare qualcosa di concreto per migliorare. Il primo punto forza sembra essere proprio quello di lasciarsi sciogliere da un po’ di birra e da una fetta di pizza. È simpatico pensare che con un pezzo di pizza in bocca riesce difficile lamentarsi e viene più facile sorridere e magari sporcarsi con un po’ di salsa bollente i panni indosso. Insomma un modo per ritornare conviviali come paese, come gente che non vuole far altro che stare insieme in armonia. I problemi vanno sì risolti, ma senza consonanza non si va molto lontano.
Per Mirko l’evento vuole spingere alla positività, ritmata da buona musica jazz, per rendersi conto che fare tessuto – se lo si vuole – è davvero possibile. Una positività che diventa in fin dei conti anche occasione per condividere con chi ha qualche difficoltà. Infatti ogni coupon acquistato porta all’ ANFFAS ONLUS di Capri un euro, nella speranza che qualcun altro possa sentirsi spinto a una donazione spontanea in più. Quindi non solo una serata piacevole per quei pochi (che poi non si tratta di poche persone quando parliamo di quasi 3000 presenze) ma per altri che magari si trovano a lottare quotidianamente con delle limitazioni psico-fisiche che la vita ha imposto.
Più di duemila pizze sfornate per sorridere e compartire, rendere partecipi altri. Una manifestazione che, migliorando ogni anno nella qualità dei servizi, dei prodotti e della divulgazione, attira davvero molto entusiasmo – seconda solo alla festività del Santo Patrono Antonio.
Mirko lo dice chiaramente: «Non è solo “mangiatorio”», e noi lo capiamo. Forse, però, si tratta di “pappatorio”, termine che richiama qualcosa di più ancestrale, dei primissimi anni di vita, quando la mamma ci preprava la “pappa”, il nutrimento, l’alimento per sostenerci. E non c’è nulla di male a fare un po’ di pappatorio condiviso con tante persone, di cui magari non conosciamo il nome ma che in volto scorgiamo essere come noi: affaticati spesso, desiderosi a volte, sognatori sempre. Un grande e prolungato stare insieme che, in un lunedì di luglio, diventa seriamente un vero piacere.