Focus
di Massimo Maresca
17 anni fa Padre Pio veniva dichiarato santo
Nel panorama delle figure significative del secolo scorso non possiamo non annoverare il francescano originario di Pietrelcina, in provincia di Benevento: Padre Pio. Il 16 giugno di diciassette anni fa veniva canonizzato dal papa di allora, Giovanni Paolo II, un’altra figura del panorama cattolico elevata agli onori degli altari.
Francesco Forgione, questo il nome di battesimo, si era avvicinato alla fede fin da fanciullo, nella sua piccola realtà contadina, facendosi guidare dalle devozioni dei pastori di allora, crescendo in un contesto della serie “scarpe grosse e cervello fino”. Di fatti lui era un po’ così: berbero quanto basta, intelligente e semplice, schivo e plateale. Una figura sia religiosamente che psicologicamente complessa, parabolica, potente; una figura che, soprattutto nell’esperienza della gente comune, ha lasciato un grande desiderio di libertà. Diceva bene il grande inquisitore di Dostoevskij al Gesù tornato in terra: «L’uomo non tollera il peso della libertà». Quanta verità in queste parole e quanta verità nei gesti e nelle cure che il santo di Pietrelcina ha dedicato per tutta la sua vita alla gente che gli si rivolgeva. Il punto forte era sempre quello e la gente correva da lui per lo stesso motivo di fondo: l’anelito di libertà che quel fraticello riusciva a trasmettere a pelle. E quando qualcuno invece gli trasmetteva un senso di schiavitù interiore, beh… Padre Pio sbottava di brutto.
Molti capresi, nel passato, si sono ritrovati a fargli visita, a ricevere i suoi consigli o i suoi schiaffetti, e non è difficile incontrarne qualcuno pronto a darne testimonianza. D’altronde Padre Pio non è ancora lontanissimo dai giorni nostri e gli stessi isolani possono oggi godere di qualche fatterello narrato alla buona, un po’ per tirar giù qualche risata, un po’ per rammentare che persone come Padre Pio sono sì rare ma pure esistenti. Ci sono persone cariche di un’umanità trasfigurata, bella e molto comune; un’umanità toccata da dinamiche quotidiane, profumata di gesti ripetuti, gustata nello scorrere del tempo.
Ai capresi piace Padre Pio e regolarmente dall’isola ci si muove in precisi periodi dell’anno per organizzare piccole trasferte, brevi pellegrinaggi. Addirittura una fetta di isolani si ritaglia del tempo non solo per raggiungere in inverno spiagge assolate oltreoceano o metropoli dello svago a paletta, ma anche per andar a vedere da vicino il corpo incorrotto di un uomo che nel terzo millennio ha certamente qualcosa da comunicare, qualcosa di forte e aspro, qualcosa che non si corrompe e non si perde. Ecco perché nel diciassettesimo anniversario dalla sua canonizzazione anche l’isola di Capri, nonostante il “tam tam turistico”, ricorda commossa e grata un uomo e un esempio di vita tanto luminoso.