Anna Maria Boniello – Capri. Sono ormai trent’anni che la centrale elettrica non trova pace. Una serie di incidenti a catena e la rabbia per l’inquinamento. Il più grave incidente nell’86, quando un violentissimo incendio scoppiato all’interno dell’impianto distrusse quasi completamente i motori e l’isola rimase al buio e senza energia per diversi giorni, e per diversi mesi l’energia veniva erogata a macchia di leopardo, con gli isolani costretti a dotarsi di generatori e luci a gas.Una serie di piccoli black out si sono succeduti durante gli anni sino a quello più grave dell’agosto del 2007 che tenne al buio l’intero territorio di Anacapri per oltre otto ore. Scattò così da parte del Ministero dell’ambiente un’ispezione all’interno della centrale e vennero ordinate all’Arpac, l’Agenzia Nazionale per la Protezione Ambientale, le verifiche anche per motivi di inquinamento, facendo controllare le emissioni nell’aria dei gas dei carburanti. Il 13 agosto del 2009 un altro imponente blackout si verificò all’imbrunire tenendo per oltre cinque ore al buio l’intera isola. Rabbia tra gli abitanti e soprattutto tra i titolari delle strutture turistiche: ma c’è chi ricorda che alcuni turisti si divertirono a passeggiare per le strade buie godendosi atmosfere di una Capri insolita.Un altro black out a distanza di due mesi, il primo ottobre del 2009 l’isola intera restò al buio due ore. E fu questo l’episodio che portò alla clamorosa protesta con un corteo anti-Sippic per le strade di Capri nell’occasione del Convegno dei Giovani Industriali: centinaia di persone forzarono la zona rossa in Piazzetta arrivando fin sotto al Grand Hotel Quisisana, sede del Convegno, e si verificarono scontri tra manifestanti e polizia. In quell’occasione il sindaco Ciro Lembo chiese la revoca delle concessioni alla Sippic. Nel mese di novembre la presidenza del Consiglio dei Ministri firma per la gestione commissariale della Sippic e nominato Nando Pasquali amministratore pro-tempore, sottoponendo l’impianto a sequestro con facoltà di utilizzo. Dopo cinque mesi è la Procura della Repubblica a disporre il sequestro della centrale per violazione al codice ambientale. A distanza di un anno la procura emette due nuovi provvedimenti firmati dal Procuratore capo Lepore, dall’aggiunto De Chiara e dal sostituto procuratore, lo scomparso magistrato Federico Bisceglie: richiesto il restyling della centrale e l’adeguamento degli impianti. Nel 2013 inizia il progetto governativo della Terna che prevede l’allacciamento con cavidotto sottomarino tra Capri e la terraferma. E mentre i lavori della Terna vanno avanti la Procura della Repubblica nel giugno 2015 ordina il commissariamento della Sippic affidando l’amministrazione straordinaria ai due commissari attualmente in carica, ignegnere Dell’Oste e dottoressa Nociti.a.m.b.