Anna Maria BonielloCapri. Una lunga colonna di fumo nero si è levata poco prima delle 11 di ieri dalla centrale elettrica Sippic di Capri: panico tra i cittadini, c’è chi ha addirittura lasciato le case ricordando l’incendio di trent’anni fa. L’allarme è scattato immediato e dal distaccamento di via provinciale sono partite autobotti e autovetture dei vigili del fuoco. Spavento al porto agli arrivi degli aliscafi: insieme con la colonna di fumo, visibile anche dalla Piazzetta, l’aria cominciava a diventare irrespirabile per i miasmi sprigionati dalla combustione degli idrocarburi che alimentano la centrale di Marina Grande. La struttura è stata teatro di incidenti e spesso al centro delle cronache tanto che dal giugno del 2015 è sottoposta ad amministrazione controllata con due amministratori straordinari nominati dal prefetto, Egidio Fedele Dell’Oste e Maria Nociti. L’incendio è partito da un alternatore di grosse dimensioni andato in sovratensione che, probabilmente, secondo i tecnici, era già stato danneggiato nel corso dei violenti temporali di quest’inverno. I vigili del fuoco hanno operato per oltre un’ora e sono riusciti a domare le fiamme evitando che il fuoco si estendesse agli altri 13 motori alimentati a gasolio per fornire l’energia elettrica all’isola: nel corso dell’operazione, che non ha provocato nessun black out, sono intervenuti i carabinieri guidati dal luogotenente Pietro Bernardo che hanno avviato un’inchiesta ed hanno fermato a scopo precauzionale alcune corse della funicolare che attraversa proprio la zona interessata. Subito, quindi, sono partite le prime reazioni. Tra queste quella del sindaco di Capri Gianni De Martino. «Questo ennesimo incidente alla centrale elettrica ci preoccupa – dice il sindaco – e dimostra che i timori evidenziati in passato sono purtroppo una realtà. L’episodio di ieri quindi sarà l’occasione per sollecitare nuovamente Ministeri, Prefettura e tutte le istituzioni competenti a riunire intorno a quel tavolo tecnico, più volte richiesto dal Comune, le parti interessate e rimuovere qualsiasi ostacolo per il definitivo ingresso di Terna, le cui strutture sono ormai arrivate fuori al cancello della centrale, e chiarire, anche dal punto di vista giudiziario, le competenze sull’amministrazione della Sippic retta oggi da due commissari straordinari».