Anna Maria Boniello Capri. Il blackout prossimo venturo. La parola corre come un incubo mentre l’estate si avvicina. Ha lasciato il segno sull’isola l’ultimo incidente che ha messo fuori uso un terzo moto della commisariata, tormentata centrale di produzione elettrica Sippic. Per espresaa ammissione dei gestori dell’impianto, basterebbe a questo punto un nonnulla per mandare in tilt tutto, per bloccare la produzione elasciare al buio l’isola azzurra, anche nel cuore della stagione delle vacanze e del grand eafflusso di vacanzieri. È già successo e dunque potrebbe ripetersi.Domenica mattina poco prima delle 11 nella centrale della Sippic ha preso fuoco l’alternatore, un impianto di grosse dimensioni, collegato ai 14 motori della centrale che producono energia elettrica con l’utilizzo di gasolio. Tutto ciò probabilmente in conseguenza dei temporali di gennaio che hanno portato anche al blackout in alcune zone e che avevano prodotto una sovratensione sull’impianto. E la nuvola nera che domenica si è addensata sull’intera area di Marina Grande, visibile sin dalla piazzetta, dove una folla di curiosi ha affollato il belvedere della Funicolare per assistere alle fasi dell’incidente, mentre la situazione era molto meno tranquilla a Marina Grande, dove alcuni abitanti delle abitazioni a ridosso della centrale si sono riversati in strada impauriti con ancora impresso nella memoria l’incendio di trent’anni fa.È fin troppo chiaro sulla situazione di emergenza lo stesso amministratore straordinario Sippic nominato dal prefetto nel giugno del 2015, l’ingegnere Emilio Fedele Dell’Oste: «Parliamo di una centrale vecchia. Nei nostri progetti, proprio per evitare incidenti, dovevamo acquistare due nuovi motori ma, a causa di una carenza di liquidità dovuta al calo delle integrazioni tariffarie da parte della cassa conguagli, non è stato possibile. Né il Ministero né il Comune continua dell’Oste – si sono dati da fare per creare le condizioni per avere una centrale affidabile. I due nuovi motori in supporto avrebbero dato sicuramente più certezze in caso di guasti. Se la situazione resterà tale questa estate, con l’assenza dei due nuovi motori e con l’apparecchiatura di ieri andata distrutta, si potrebbero vivere momenti di altissima criticità, perché non solo non abbiamo i due motori aggiuntivi, ma ora è andato anche fuori uso quello che si è incendiato domenica». E le prospettive? «Per quanto riguarda Terna – risponde Dell’Oste – i cui cavi sono arrivati all’esterno dell’impianto, non potrà andare in uso prima della fine di quest’anno, quando potrà alimentare la centrale con i suoi cavi ed eliminare così l’utilizzo del carburante». È questa la soluzione attesa da trent’anni. Ma l’estate si annuncia da incubo per chi deve gestire l’approviggionamento elettrico dell’isola.Intanto, sulle cause dell’incidente di domenica sicuramente ci sarà una coda giudiziaria perché i carabinieri hanno aperto un’inchiesta per risalire all’origine delle fiamme.Alle iniziative di natura giudiziaria si aggiungono quelle politiche. Sono arrabbiati sindaci e amministratori di Capri e Anacapri. Pesante la posizione assunta dai Verdi con una nota diffusa dal consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli: «La centrale Sippic è un pericolo che deve essere eliminato al più presto. Non si può continuare a perdere tempo in chiacchiere ed accordi a lungo tempo con le solite pastoie burocratiche». L’associazione Chi Ama Capri presieduta dall’ex sindaco Ciro Lembo ha diffuso ieri un documento in cui era scritto che «l’isola di Capri e Marina Grande non possono e non vogliono più aspettare. Durante gli incontri nel mese di dicembre a Roma presso il ministero tra la società Sippic e Terna era stato stabilito che l’ingresso dei nuovi cavi nella centrale e il relativo allaccio alla rete di distribuzione dovesse avvenire in tempi rapidi. Ma nonostante i lavori portati avanti velocemente da Terna l’allacciamento alla rete di distribuzione è ancora in una fase di stallo e non si intravede una via d’uscita».