(da il Mattino del 27.Febbraio 2011) AMB. E’l’angolo più visitato di Capri quello dei giardini di Augusto. Secondo il rapporto Censis oltre li visitano oltre trecentomila persone l’anno . I giardini si trovano a poche centinaia di metri dalla affollata Piazzetta , un piccolo verde Eden lontano dai rumori e dal caos . I Giardini, vennero donati all’isola di Capri, dal re dell’acciaio A.F. krupp che acquistò l’intero fondo Certosa dove ora sorgono i giardini che immettono poi in quei tornanti di roccia della strada che porta il nome di Krupp venne fatta costruire dall’industriale tedesco nel 1902 e successivamente furono realizzati i giardini che inizialmente si chiamavano anche essi Krupp per poi prendere il nome di Giardini d’Augusto negli anni Trenta, quando vennero costruite le terrazze a sbalzo oggi meta di migliaia di visitatori al giorno.
Nei giardini si trovano vari esemplari di fiori e piante della flora caprese, insieme ad una ricca vegetazione. Dall’ampia e circolare terrazza ci si affaccia con una vista a 360° su un panorama di rara bellezza che abbraccia dalla collina di Tuoro, Monte Tiberio e San Michele e Tragara sino alla Valletta della Certosa con la vista dei Faraglioni per terminare poi dall’altro versante con lo scoglio delle Sirene, Marina Piccola e Punta Mulo.
Sui giardini si affaccia la casa che fu abitata da Gorki che ospitava gli esuli russi della scuola di rivoluzione bolscevica e nello slargo sottostante si trova il monumento a Lenin. Un’opera dello scultore Manzu, unico monumento al rivoluzionario russo esempio nel mondo occidentale.
La visita ai giardini d’Augusto è da parte del turista giornaliero pare che stia per battere per numero di visitatori quella della Grotta Azzurra. Lungo il viale che conduce al Giardino si trova l’antica fabbrica di profumi di Carthusia, anch’essa meta irrinunciabile per un turista diverso che sosta attratto dalla sua storia e leggenda che risale al 1380 quando il Padre Priore della Certosa di San Giacomo, appresa la notizia della venuta a Capri della regina Giovanna d’Angiò, raccolse i più bei fiori dell’isola lasciandoli a macerare per tre giorni nella stessa acqua. Il Monaco al momento di buttare l’acqua s’accorse che quel liquido aveva acquistato una fragranza misteriosa. Nacquero così i profumi della flora caprese che ancora oggi si trovano nell’antico laboratorio della strada e che sono entrati a pieno titolo a far parte integrante del mito e della bellezza particolare di quell’angolo dell’isola .