(da il Mattino del 22.4.11)Anna Maria Boniello. Capri – A Capri, isola più internazionale per antonomasia, crocevia di culture diverse, la Pasqua del 2011 vede la celebrazione di ben due riti religiosi diversi, quella Cristiana, che coinvolge ovviamente l’intera isola con i suoi Sepolcri e le processioni, e quella Ebraica, che ha fatto arrivare a Capri circa 200 persone, appartenenti a quella fede, che hanno addirittura occupato un intero albergo, l’esclusivo, riservato ed elegante albergo di Via Croce, il Capri Tiberio Palace, che è stato scelto dall’organizzazione milanese specializzata in questo tipo di eventi, la Convivium Banqueting Kosher che sotto la regia del manager Isaac Minkovitz ha curato tutti i dettagli per far si che la Pesach, ovvero la Pasqua Ebraica, si svolgesse secondo tutti i rigidi dettami voluti dalla fede Ebraica. La preparazione della Pasqua Ebraica, che dura otto giorni, ha rivoluzionato tutto l’assetto dell’albergo, uniformando anche lo staff della straordinaria location e che ha visto il Direttore dell’Hotel Edoardo Officioso impartire tutte le disposizioni per far si che i suoi centocinquanta ospiti, provenienti da ogni parte del mondo, con le loro famiglie, essendo la Pesach la festività ebraica dedicata particolarmente alla famiglia riunita, per fare si che la festa si svolgesse seguendo i riti della tradizione. Già prima dell’arrivo degli ospiti personale specializzato ed i Rabbini hanno visionato le cucine, “kosherizzandole”, ovvero uniformandole alle regole sulla preparazione dei cibi imposte dalla religione ebraica, che ammette solo determinate tecniche di macellazione e di conservazione degli alimenti che saranno poi trasformati in pietanze, sempre da personale esperto sulla cucina Kosher. La Pasqua, o Pesach, negli spazi del Capri Tiberio Palace è iniziata da Lunedì sera, quando in una delle sale adibite a Sinagoga, sono state sistemate le poltroncine per assistere al rito e con una serie di fioriere è stata delimitata una zona di preghiera per le donne, come prevede il rito ebraico che è iniziato con l’accensione delle candele da parte delle donne e la lettura delle scritture da parte del Rabbino. E poi i centocinquanta ospiti si sono recati nella sala pranzo riservata solo per loro, in gran parte famiglie provenienti dagli Stati Uniti, dal Canada, da Israele, dalla Francia, dall’Italia ed altre addirittura dal Brasile. A centro del tavolo, simbolicamente, prima che il patriarca di ogni famiglia cominciasse a narrare della storia dell’Esodo del popolo israelita dall’Egitto, erano stati esposti i centrotavola con i sette elementi che simbolicamente ricordavano l’asperità dell’esodo, ovvero il piatto del Seder, composto da un gambo di sedano, delle erbe amare, una zampa arrostita di capretto, un uovo sodo, ed una sorta di marmellata, ed ovviamente il pane azzimo. Il Seder, che è la parte centrale del festeggiamento accompagna metaforicamente la narrazione del patriarca di famiglia, o di chi è stato incaricato di continuare la tradizione.
Ed il direttore dell’albergo ha curato ogni minimo particolare per rendere quanto più piacevole ma anche mistica la lunghissima vacanza pasquale dei centocinquanta ospiti che hanno scelto l’albergo per trascorrere la Pesach, dalla cura dei particolari all’accoglienza degli ospiti, alla riservatezza nel momento delle celebrazioni, ed ovviamente ad un buon gourmet che insieme al personale ebraico è stato curato anche dal personale dell’albergo specificatamente addestrato e guidato dal team dello chef Marco Iaccarino. E nel corso della permanenza in albergo del nutrito gruppo di ospiti di fede ebraica è stato previsto un particolare servizio, quello del lift boy e lift girl, cioè a partire dalle 19.00 di sera fino al sorgere del sole per mantenere fede al divieto che impone ai praticanti di non mettere in funzione apparecchiature elettriche né accendere luci, il personale dovrà accompagnare gli ospiti ed eseguire per loro queste operazioni, come mettere in funzione l’ascensore, l’aria condizionata ed ogni apparecchiatura elettrica.