Fonte: Blog Luciano Pignataro
di Marco Milano
Se nei giorni di Pasqua scatta l’assalto all’acquisto di uova di cioccolato e colombe farcite ai vari gusti, l’Unione Nazionale Consumatori, prima associazione di consumatori in Italia, fondata nel 1955 con la “finalità esclusiva la tutela e la rappresentanza dei consumatori” ha aggiornato l’utenza fornendo le istruzioni su come scegliere le uova e la colomba di Pasqua. I consigli sono a cura dell’esperto dell’Unione Nazionale Consumatori, il professor Agostino Macrì che cura per l’Unc il blog sicurezzalimentare.it. “Uova di cioccolato, l’importanza dell’etichetta – questa la raccomandazione di Macrì nella newsletter dell’Unione Consumatori a cura di Simona Volpe – Pur essendo tutta la cioccolata sicura dal punto di vista nutrizionale, la quantità di cacao è determinante per differenziare un cioccolato di pregio da uno di minore valore: un cioccolato fondente in cui il cacao è molto superiore al 50 per cento, ad esempio, dovrebbe costare di più di un cioccolato al latte, anche se non sempre è così.
Nella scelta dell’uovo è sempre bene leggere attentamente le etichette, facendo attenzione alla data di scadenza del prodotto e alla qualità del cioccolato: solo il ‘cioccolato puro’ non contiene oli tropicali o altri grassi vegetali; in caso contrario, deve essere riportata la dicitura ‘contiene altri grassi vegetali oltre al burro di cacao’, dicitura che deve essere ben visibile e chiaramente leggibile in modo da essere di facile e immediata consultazione per il consumatore.
Nelle etichette viene riportata la natura dei grassi vegetali aggiunti (se contiene olio di palma o altri oli deve esserci scritto): di conseguenza indicare ‘senza olio di palma’ è pleonastico e serve solo a trarre in inganno i consumatori.
Non dimentichiamo, infine, – scrive l’Unione Nazionale Consumatori presieduta da Massimiliano Dona – che l’etichetta può fornire indicazioni utili anche sul prezzo adeguato del prodotto: considerato il contenuto in cacao della cioccolata (inferiore al 50%) e valutati i costi di produzione, di confezione e della sorpresa, un prezzo ragionevole dovrebbe aggirarsi tra i 35 e i 45 euro al Kg”. Massima attenzione durante i giorni pasquali anche per la scelta delle colombe, “occhio ai prodotti civetta” raccomanda l’Unc agli utenti. “E’ possibile trovare una colomba della stessa marca con prezzi molto diversi tra i vari punti di vendita – ha spiegato Simona Volpe nella newsletter dell’Unione Consumatori – in alcuni casi si tratta di vendite ‘civetta’ per indurre i consumatori a fare altri acquisti nello stesso esercizio commerciale. Bisogna soltanto evitare di abboccare e di limitarsi ad acquistare soltanto i prodotti i cui costi sono effettivamente convenienti. E’ inoltre bene ricordare per le colombe esistono dei disciplinari di produzione che dicono come debbono essere fatte”.
I Consumatori ricordano che per “colomba” si intende esclusivamente quella prodotta secondo quanto previsto dal decreto del Ministero delle Attività Produttive del 22 luglio 2005, Disciplina della produzione e della vendita di taluni prodotti dolciari da forno, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale N. 177 del 1° agosto 2005. Per “colomba” è da intendersi il “prodotto dolciario da forno a pasta morbida, ottenuto per fermentazione naturale – sottolineano dall’Unione Nazionale Consumatori – da pasta acida (lievito madre), di forma irregolare ovale simile alla colomba, una struttura soffice ad alveolatura allungata, con glassatura superiore e una decorazione composta da granella di zucchero e almeno il due per cento di mandorle, riferito al prodotto finito e rilevato al momento della decorazione”.