Anna Maria Boniello. Capri – All’ospedale Capilupi di Capri un turno di lavoro può arrivare anche a 48 ore. Proprio come è accaduto in questo fine settimana, quando il personale medico ed infermieristico che aveva finito il turno ha appreso che c’era stato lo stop dei collegamenti marittimi, e quindi non si poteva effettuare la turnazione con il personale che doveva arrivare da Napoli. Il mare agitato è continuato anche domenica, e le leggi della natura quindi hanno scavalcato quelle scritte del lavoro, che da domani prevedono tempi di permanenza in ospedale ancora più limitati. Sono infatti quarantotto le ore massime di lavoro settimanale che potranno essere svolte dal personale medico e paramedico, secondo una legge stabilita dalla Comunità Europea nel 2003 ma che non è mai stata applicata nel nostro paese, che ora rischia una sanzione. Ci sono casi però, come quelli delle isole, dove si trovano piccoli presidi ospedalieri come il Capilupi di Capri, che conta 21 posti letto per la degenza e 3 per day hospital, servizio 118, un pronto soccorso, un reparto di pediatria, un reparto di ostetricia e ginecologia, un reparto di medicina generale, un reparto di chirurgia generale, una sala operatoria, un nido, reparto radiologia, laboratorio di patologia clinica, centro dialisi. Un piccolo presidio che serve un’utenza di circa 15.000 abitanti che si triplica nella lunga stagione turistica. Un ospedale sempre al centro dell’attenzione, i cui lavori di ampliamento sono fermi da anni, e dove da due anni non esiste la Tac, e quella che è arrivata da oltre un mese non è stata ancora stata messa in funzione per motivi tecnici. “Il personale che presta servizio al Capilupi è però in sotto organico, e quasi il 90% arriva dalla terraferma – dice Ciro Biondi, primario del Capilupi che domani, insieme agli altri colleghi, continuerà il servizio così come è stato fatto fin’ora, anche perché dalla Asl non è arrivata nessuna comunicazione a riguardo – Prima della data fatidica del 25 Novembre, ci avevano dato assicurazioni che per le isole sarebbero state trovate delle soluzioni, anche perché le nostre località sono soggette alle condizioni meteo marine. Capri ancora più di tutte, in quanto se il mare è calmo l’ultima partenza dall’isola è alle 20.15 ed il primo arrivo dalla terraferma intorno alle 7.00. Sarebbe quasi impossibile – continua Biondi – pensare di poter rispettare alla lettera i ritmi ed i tempi che prevedono un massimo di 48 ore di lavoro a settimana. Orari che in un’isola come Capri non si possono rispettare nemmeno con l’organico al completo. Una soluzione potrebbe essere quella di accorpare i reparti con alcuni ospedali napoletani, e fare un turno unico, garantendo la presenza in entrambe le strutture sanitarie. Ma la cosa da fare – conclude il primario del Capilupi – è quella di sbloccare i concorsi e fare entrare nelle sale operatorie e nei reparti forze giovani, anche perché la media età negli ospedali pubblici supera abbondantemente i quarant’anni.” E intanto stamattina, condizioni meteo marine permettendo, se arriveranno puntuali aliscafi e traghetti, i medici ed i sanitari in servizio al Capilupi, continueranno come se niente fosse la turnazione che era stata già a loro comunicata dagli uffici competenti, a meno che all’ultimo momento non arrivi dall’ASL Napoli 1 un contrordine che vedrà sicuramente sguarniti i reparti, oppure una deroga agli orari stabiliti dalla legge per assicurare la presenza in ospedale del personale utile in tutte le 24 ore.