Fonte: Metropolis
di Marco Milano
CAPRI – Tragedia del bus a Capri, “sorveglianza sanitaria inesistente”. Era una calda giornata del 22 luglio 2021 quando un dramma si palesa sulla terra dei Faraglioni, cambiando per sempre la storia di quell’estate di un’isola felice. Un autobus partito dal capolinea di Marina Grande dopo aver affrontato il primo tornante precipita letteralmente nel vuoto. Una vicenda agghiacciante che costa la vita ad Emanuele Melillo conducente del mezzo e il ferimento più o meno grave di numerosi passeggeri. Da quel giorno indagini, processi, approfondimenti per stabilire l’esatta dinamica dei fatti. Ora viene alla luce, come esposto dal medico in Tribunale e sottolineato dal legale della famiglia della vittima, che Emanuele non venne mai sottoposto a visite, né prima dell’assunzione, né in costanza d’impiego e nemmeno quando dalla mansione di bigliettaio venne, poi, promosso a quella di autista. E’ questa, infatti, la tesi esposta dal medico del servizio di igiene e medicina del lavoro nel corso dell’udienza del processo sulla sua morte. Il teste della procura di Napoli ha, dunque focalizzato la propria visione dei fatti sulle violazioni riscontrate durante gli accertamenti delegati dagli inquirenti per accertare il livello di sicurezza sul lavoro nell’azienda di trasporto per la quale Emanuele lavorava. “Una sorveglianza sanitaria praticamente inesistente – ha detto l’avvocato Giovanna Cacciapuoti, legale dei genitori di Melillo – che non ha riguardato solo il povero Emanuele”. Ora appuntamento alla prossima udienza del processo fissata tra poco meno di un mese, il 14 novembre. Una seduta durante la quale verranno ascoltati come testimoni una tossicologa, il medico legale ed anche uno dei passeggeri che erano nel bus in quella tragica e maledetta mattina d’estate che non potrà mai esser dimenticata e che segna un dramma negli annali dell’isola azzurra