Fonte: Metropolis
di Marco Milano
CAPRI – La stagione turistica sta per iniziare, sos porto di Capri. L’isola azzurra è ormai pronta ai nastri di partenza dell’edizione 2023 che per il terziario, stando ai pronostici, sarà da record negli annali della storia del turismo. A destare preoccupazione però, per addetti ai lavori e operatori del settore, è il momento topico dell’arrivo sulla terra dei Faraglioni di turisti e vacanzieri. La stretta striscia portuale di Marina Grande, infatti, unico punto di approdo della meta preferita dei viaggiatori si presenta come “contenitore” di pozze d’acqua in più punti, in particolare in corrispondenza dei moli 7 e 9, dove, il manto stradale alle prime avvisaglie di pioggia o per una maggiore risacca, si trasforma in “laghi” praticamente nell’intero perimetro, costringendo chi sbarca a chicane o ancor peggio ad attraversare l’acqua come moderni Mosè. Una situazione che non può trascinarsi oltre né essere affidata all’arrivo dei mesi primaverili ed estivi portatori di sole e non di acqua piovana. Il momento dello sbarco sul magico e ambito scoglio deve essere, per i viaggiatori, corrispondente alle proprie aspettative e non segno dell’inizio di una cocente delusione, dal momento in cui si mette piede magari per la prima volta sulla terra dei Faraglioni e quelli successivi, altrettanto complessi, per le ristrette dimensioni del porto rispetto al crescente numero di persone che stanno sbarcando e con il rapido congestionamento del sistema trasporti in considerazione della concomitante richiesta di mezzi per “salire nel paese”. Criticità che, dunque, ancora una volta vengono alla ribalta e che è giusto portare all’attenzione, con buona pace dei “tuttologi da salotto”, che credono di decriptare secondi fini e cattivi pensieri laddove si hanno solo a cuore le sorti dell’isola azzurra.