Fonte: Il Mattino.it
di Valerio Esca
La crisi idrica avanza. Le fonti sono a secco e in Campania scatta l’allarme rosso. Sì, perché la siccità che ha caratterizzato le ultime settimane è andata ad impattare sull’annoso problema della dispersione delle reti colabrodo. Risultato: la Regione ha prontamente allertato tutte le prefetture (Napoli, Caserta, Benevento, Salerno e Avellino), la Protezione civile, l’Ente idrico regionale e l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino meridionale. L’invito è «attivare azioni di sensibilizzazione per ottimizzare la risorsa idrica attualmente disponibile». Nel caso di «ulteriori e repentini» decrementi dell’acqua disponibile si procederà ad attuare un «piano di emergenza». La Direzione generale per il Ciclo integrato delle acque della Regione Campania ha lanciato l’sos.
La situazione
La più complessa e preoccupante è senz’altro quella che stanno vivendo i territori del Sannio. Sono settimane che i cittadini si scontrano quotidianamente con gli stop-and-go all’erogazione idrica. Un problema che non riguarda soltanto il capoluogo Benevento, ma anche l’area della provincia. Basti pensare come negli ultimi giorni si siano registrate irregolarità nel servizio prima a Vitulano, poi a Telese Terme. Nei giorni precedenti era toccato a Ponte, Foiano, Paupisi e l’area Asi di Ponte Valentino alle porte di Benevento. Una boccata d’ossigeno nel weekend appena trascorso. La Gesesa (società che gestisce gli impianti nel Sannio) ha infatti dato il via ad una tregua alle continue interruzioni nelle ore notturne. Immancabili i riflessi politici. L’opposizione in Consiglio comunale a Benevento ha chiesto una seduta dell’assise cittadina monotematica sul tema e non ha perso l’occasione di lanciare strali contro il sindaco Clemente Mastella. L’ex Guardasigilli ha prontamente replicato: «In tutta franchezza la trovo una mossa velleitaria e populisticamente. I disservizi derivano dalla insufficiente erogazione a monte della risorsa, li subiamo a cascata». Difatti la necessità delle chiusure non dipende da Gesesa, ma dalla limitata risorsa che arriva dall’acquedotto Torano-Biferno, gestito dalla Regione, a causa della crisi delle sorgenti molisane annunciata da Molise Acque.
I dati
Quelli in possesso della Regione sulla portata delle sorgenti Maretto, Torano e Biferno parlano chiaro: nel 2017, anno nel quale fu dichiarata l’emergenza idrica, nel mese di maggio la portata delle fonti era pari a 4.156 litri al secondo. Dall’1 al 19 giugno è stata di 4.077 litri al secondo. Inoltre, comparando i dati del 2023 con quelli di quest’anno, si evince un calo pari a 1.024 litri al secondo e, se si tiene conto dei numeri inerenti il periodo 1-19 giugno 2024, il decremento aumenta ancora di altri 384 litri. Gli uffici di Palazzo Santa Lucia mettono nero su bianco i motivi che hanno portato alla necessità di far scattare un alert: «Le scarse precipitazioni piovose e nevose dello scorso autunno» hanno determinato una «rilevante riduzione delle risorse idriche». Nelle ultime settimane tutte le fonti regionali che alimentano l’Acquedotto Campano Torano-Biferno (sorgenti del Maretto, del Torano e del Biferno, per il tramite dell’Acquedotto Molisano) stanno registrando un «severo e perdurante decremento della capacità di alimentazione». Per fronteggiare la carenza idrica, la Regione Campania sta già impiegando delle risorse addizionali provenienti dai campi pozzi di Ponte Tavano e Cancello e parte di quelle provenienti dall’Acquedotto Campania Occidentale in concessione ad Acqua Campania Spa.
Ad aggravare le criticità le dispersioni idriche delle reti idriche comunali, con perdite che si aggirano in media dal 30% al 60%. La struttura, che sta «costantemente monitorando la capacità di approvvigionamento delle fonti idriche regionali», nel caso di ulteriori e repentini decrementi della risorsa, darà «tempestiva comunicazione e si procederà ad attuare un piano di emergenza che contempla la fornitura ai vari utenti delle quantità così come previste dal piano direttorio, con un possibile razionamento idrico». Un punto riguarda anche l’attuazione del piano di razionamento idrico notturno, provvedimento che nel mese di giugno è stato già adottato in alcuni comuni campani. Secondo la Regione questa azione rappresenterebbe «un’ultima istanza da adottare esclusivamente nel caso in cui il continuo decremento delle risorse renda necessaria l’adozione di una misura straordinaria per tutelare l’approvvigionamento idrico di tutti i cittadini».
Qui Salerno
La sirena riecheggia anche nei comuni della Costiera Amalfitana e nei municipi collegati alla rete idrica dell’Ausino (società che gestisce i servizi integrati di ventiquattro comuni, uno dei quali Agerola, in provincia di Napoli), che ha invitato gli enti a emettere una serie di ordinanze per limitare i consumi della preziosa risorsa. La zona rossa riguarda per lo più la Costiera dove si sono verificati cali di pressione e sporadiche e imprevedibili interruzioni di erogazione idrica. Tutto questo in periodo di alta stagione e di superaffollamento del territorio della Costiera che conta ormai un numero sostanzioso di strutture ricettive e di case vacanza che ospitano migliaia di vacanzieri con un surplus di consumi per effetto dell’alto numero di presenze stanziali.
Molti comuni del Salernitano, così come dell’Irpinia e del Sannio, hanno diramato, o sono pronti a farlo, ordinanze sindacali fotocopia: «Vietare usi impropri, come l’irrigazione di orti, aiuole e giardini pubblici e privati o il riempimento di ogni tipo di piscine pubbliche e private». Lo stesso vale per il lavaggio di automobili o motocicli e il consumo di acqua potabile per qualsiasi uso ludico.
Qui Avellino
La prefettura ha attivato un tavolo tecnico «al fine di condividere ogni utile misura e iniziativa atta a prevenire un’eventuale crisi idrica o, comunque a mitigare i disagi e le criticità che si registrano in provincia». Pochi giorni fa nel Palazzo di Governo irpino si sono riuniti i rappresentanti dell’Alto calore servizi, dell’Eic, della Regione, della Protezione civile, della Provincia di Avellino, dei vigili del fuoco, dell’Asl e dell’Anci, per esaminare le criticità riscontrate negli ultimi giorni, in relazione all’aumento delle temperature, con conseguenti notevoli incrementi dei consumi di acqua potabile, tali da compromettere il regolare approvvigionamento idrico e costringere il gestore al razionamento notturno in alcune aree della provincia. La società Alto calore ha confermato di voler avviare i lavori di manutenzione sulla rete, dando priorità alle zone maggiormente colpite dal fenomeno della dispersione idrica. Intanto ieri mattina a Grottaminarda, un comitato di cittadini – appoggiati dal sindaco Spera – ha avviato una raccolta firme: «Siamo pronti ad andare a protestare a Roma» fanno sapere, perché «l’emergenza è oramai igienico-sanitaria» considerando «la rete colabrodo che c’è in Irpinia».
Qui Caserta
Da Caserta invece, al netto di qualche difficoltà registrata nel piccolo centro di Cervino nelle scorse settimane, la situazione sembra sotto controllo. Coldiretti Caserta aveva acceso i riflettori su una questione riguardante degli agricoltori rimasti senz’acqua. Problema prontamente risolto. L’associazione ha poi avanzato una proposta: prevedere un piano di invasi naturali per raccogliere l’acqua piovana da utilizzare all’occorrenza per l’irrigazione.