Anna Maria Boniello. Capri – Torna alla ribalta l’argomento Porto Turistico di Capri dopo che Invitalia ha reso pubblici i nomi delle società che hanno partecipato alla gara, stilando una graduatoria che vede in cima alla classifica la NLG della famiglia Aponte, Marinedi al secondo posto e il Comune di Anacapri al terzo posto. Il comune di Capri non ci sta e già al momento del bando aveva presentato ricorso presso il Tar, chiedendo di annullare la messa in vendita ed oggi è sicuro, l’amministrazione di Capri intende esercitare il diritto di prelazione sul 49% delle quote della società Porto Turistico che Invitalia, socio di minoranza, ha messo in vendita. Ieri il Consiglio Comunale, convocato su richiesta del gruppo di minoranza Avanti Capri, guidato da Marino Lembo, all’ordine del giorno la proposta che indicava all’amministrazione di apportare importanti modifiche allo statuto della Città di Capri per far rientrare il porto turistico dell’isola come bene essenziale per l’economia locale, per evitare che una volta acquisita al patrimonio comunale anche la quota di minoranza di Invitalia la Società Porto Turistico di Capri venisse esclusa da quelle società che devono essere cedute in base alle linee guida stabilite dal Governo. Il porto turistico quindi, come bene essenziale per l’economia dell’intera isola, è la proposta avanzata dal gruppo di minoranza. “La maggioranza – spiega il consigliere di minoranza Salvatore Ciuccio – ha presentato una sua proposta, che il gruppo Avanti Capri ha integrato alla sua, giungendo così ad un’approvazione unanime della delibera di consiglio, che ha espresso la volontà di esercitare la prelazione ed anche di sensibilizzare il Governo centrale con azioni dimostrative come per esempio la convocazione del consiglio comunale davanti a Palazzo Chigi o a Montecitorio”. E sulla ferma posizione dell’amministrazione comunale è arrivata anche la dichiarazione del Sindaco Gianni De Martino che ha ribadito che “La delibera del consiglio comunale di ieri ha praticamente sancito la volontà di far valere a tutti costi il diritto di prelazione sulle quote del porto turistico. E su questo argomento è stato già dato mandato agli uffici comunali per individuare tutte le formule e gli atti necessari per far valere il nostro diritto di prelazione. Nei prossimi giorni saremo già pronti per avviare le procedure volte ad ottenere questo risultato. E naturalmente poi –sottolinea il primo cittadino – tutti gli atti necessari per poter attivare il diritto di prelazione. In particolare – conclude Gianni de Martino – nello statuto comunale inseriremo delle motivazioni che dovrebbero garantirci ancor di più la peculiarità del porto turistico isolano come attività di interesse generale ed essenziale per la comunità e per il paese.” Ed ieri, nel backstage di Confindustria, negli stand del parco del Grand Hotel Quisisiana dove si aggiravano imprenditori e politici, e dove spiccava anche la presenza dell’AD di Invitalia Domenico Arcuri, il consigliere delegato al turismo e porto turistico Antonino Esposito ha ribadito la volontà degli isolani dichiarando che “E’ fondamentale e significativo che da ieri il porto turistico è considerato risorsa strategica per l’economia dell’isola, e dall’altro il fatto che la delibera sia stata votata all’unanimità perché come unica voce Capri si è pronunciata in maniera positiva ed inequivocabile verso la tutela, la conservazione, ed il mantenimento pubblico della proprietà del nostro porto turistico”. E dagli ambienti di Invitalia presenti a Capri in occasione di Confindustria è trapelata una novità sull’assegnazione in base alla graduatoria. Non è detto che questa classifica già stilata in base alle offerte comporti automaticamente l’aggiudicazione delle quote di Invitalia ai vincitori. Ci sono altri tre passaggi, spiegano da Invitalia, prioritario è il diritto di prelazione che dovrà esercitare il comune, seconda la decisione del comitato di esperti che dovrà valutare la congruità delle offerte, ed infine il definitivo assenso da parte del Ministero dello Sviluppo che dovrà assegnare le quote. Ed infine il via libera di Cantone, presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione, che dovrà dare l’assenso su tutto l’iter.