Fonte: Il Mattino – 5 settembre 2024
di Anna Maria Boniello
La vita è bella, nonostante tutto, ci hanno ricordato l’altra sera Nicola Piovani e Noa nel teatro del Grand Hotel Quisisana a Capri. Il maestro ha ricevuto il Premio Faraglioni dal sindaco Paolo Falco e da Adalberto Cuomo, a nome della famiglia Morgano-Cuomo, custodi morali del riconoscimento, creato ed ideato dalla Capri Arte della famiglia Damino. Nel suo libro d’oro il Premio Oscar ha aggiunto il suo nome a quelli di Carla Fracci, Claudia Cardinale, Dino De Laurentiis, Giancarlo Giannini, Lucio Dalla, Renzo Arbore, Carlo Verdone, Paolo Villaggio, Roberto Vecchioni, Alberto Sordi e Riccardo Muti.. La cantante israeliana, pasionaria pacifista anti-Netanyahu, ha regalato alla serata «Beautiful that way», la canzone scritta da Piovani per «La vita è bella» di Roberto Benigni, con la chitarra del fido Gil Dor: un messaggio di solidarietà e gioia per ricordare che, dopo tutto, la vita è bella. Al tempo dei lager nazisti e dell’orrore supremo della Shoah, come in tempi di guerra in Medio Oriente, terra straziata in cui ormai non conta più chi abbia ragione o torto, ma solo quando taceranno le armi, quando i due popoli e i due stati conviveranno possibilmente in maniera pacifica.
Conduttrice da applausi, Eleonora Daniele si è fatta raccontare dal compositore storie private, partendo dalla sua infanzia. «Una figura fondamentale nella mia vita è stato mio padre, vivevamo in un paese dove non c’era nemmeno la corrente elettrica, ma la musica è stato il mio filo conduttore», ha ricordato Piovani, «incredibilmente però c’era una banda musicale e la sera suonavano brani di grandi autori e mio padre suonava la tromba. Era molto povero, faceva tanti lavori, la nostra famiglia era molto unita». Alla Daniele il musicista ha raccontato anche la lotta con il tumore, anzi i tumori, ha raccontato la malattia e momenti tragici in cui si trovava sul letto immobile per fare la radioterapia. Ha spiegato come abbia affrontato con forza quei mesi duri sino a usare come titolo per una sua composizione il nome del macchinario infernale che lo curava, un mostro dalle sembianze per metà di un dinosauro e per l’altra metà di una trivella petrolifera degli anni 80.