Anna Maria Boniello. Capri – L’ultimo mese si è confermato un periodo nero a Capri sul piano degli episodi di dissesto idrogeologico, con fenomeni di frane, smottamenti, e crolli, di cui l’ultimo ha interessato un antico muretto sulla strada panoramica di Tuoro. Cause di questi fenomeni da una parte l’incuria delle strutture, dall’altra la particolare conformazione del territorio caprese, e le copiose e costanti piogge cadute durante tutto il corso dell’inverno. Episodi anche di una certa portata, ma che fortunatamente non hanno provocato danni a persone. Il mese nero degli smottamenti capresi è iniziato lo scorso 6 Marzo quando, durante alcune giornate di pioggia battente si è verificato lo smottamento di un muro di contenimento situato lungo la scalinata di Via San Francesco, l’antica strada che parte dal perimetro delle antiche mura che delimitavano l’agglomerato urbano della piazzetta e che scende fino a Marina Grande. In quella circostanza il proprietario del fondo di cui fa parte il muro fu denunciato per non aver provveduto alla manutenzione dello stesso, che presentava evidenti segni di rigonfiamento. Solo pochi giorni dopo, l’11 Marzo un episodio simile si è verificato sul lungo costone che affaccia sulla Provinciale e sulla spiaggia pubblica di Marina Grande, che venne interdetta al pubblico a causa di alcuni detriti che si staccarono dalla vecchia scala d’accesso, che rovinarono a valle assieme a pietre e terriccio provenienti dal costone. Un episodio alquanto grave, che fortunatamente è accaduto prima del vero inizio della stagione turistica, quando centinaia di turisti e residenti affollano la spiaggia. In quell’occasione il Comune ordinò tempestivamente i lavori di messa in sicurezza a danno dei proprietari della scala e del costone proprio per far si che la spiaggia fosse perfettamente agibile per l’inizio della stagione turistica. A chiudere il “marzo delle frane”, invece sull’altro versante della zona di Marina Grande, a Via Don Giobbe Ruocco, si verificò il 18 Marzo un altro smottamento, lungo la strada carrozzabile, che fu interdetta al traffico veicolare per alcune ore, per consentire ai Vigili del Fuoco di mettere in sicurezza la zona. Solo poco più di un anno prima, più a valle, alcuni massi si staccarono dal costone finendo in una zona del Porto Turistico, che fu ugualmente interdetta al passaggio. Episodi del genere nel corso dei decenni e dei secoli hanno segnato la storia dell’isola, oggetto proprio quest’anno di una pubblicazione che traccia una cronistoria di tragici ed importanti incidenti franosi, a fianco di alcuni più oscuri, persi fra i fili della memoria dell’isola. Alcuni anche con conseguenze sulle persone, altri invece che hanno avuto un grande impatto sul patrimonio paesaggistico e culturale dell’isola, come quello avvenuto nel febbraio del 2009 su Via Krupp, riaperta dopo quasi 30 anni sempre a causa di episodi analoghi. In quella circostanza, una frana staccatasi dalla Grotta di Fra’ Felice portò via con sé la piccola costruzione con terrazza e colonnato che il magnate Krupp aveva fatto costruire per i suoi ritrovi conviviali con la sua comitiva di eccentrici amici, a ridosso dell’antro, che nel ‘500 fu il luogo di romitaggio del frate di cui ancora oggi porta il nome.