RASSEGNA STAMPA
Fonte: Cronache di Napoli
di Renato Casella
NAPOLI – Si profila un’estate di assoluta emergenza per gli ospedali cittadini e i sindacati di categoria si appellano ai vertici dell’Asl Napoli 1. Nei giorni scorsi le segreterie aziendali di Nursind, Potere al lavoro e Ugl hanno scritto al direttore generale dell’Asl Ciro Verdoliva, al direttore sanitario Corvino, all’amministrativo Ciarfera e all’infermieristico Parmigiano. La richiesta è quella di un potenziamento del personale, anche alla luce della nuova norma regionale sul calcolo delle unità necessarie, ” in previsione dell’imminente periodo estivo, al fine della programmazione delle ferie. In alcuni ospedali, nei servizi di emergenza-urgenza e in tanti altri servizi in carenza di personale i lavoratori sono costretti a turni massacranti, spesso stressati e in burn-out, con ripercussioni anche sull’equilibrio della vita personale e familiare. Infatti, con grosse difficoltà non sempre riescono ad usufruire di tutti gli istituti contrattuali come: permessi vari, congedi parentali, ferie”.
In altre strutture, invece, va diversamente, “a testimonianza di una poco chiara programmazione nella gestione delle risorse umane che sfocia anche in uno sperpero di risorse economiche”.
L’Asl ha a disposizione una graduatoria di mobilità interregionale per infermieri, una convenzione con la Federico II per gli operatori socio sanitari, due graduatorie concorsuali per assistenti e collaboratori amministrativi, una graduatoria concorsuale di infermieri per i penitenziari e per Capri, una per gli autisti, una graduatoria di avviso pubblico per il 118 “che, inspiegabilmente, utilizza col contagocce, nonostante la carenza di personale”.
“Oramai – osserva Lello Pavone del Nursind – il problema della carenza di personale e della difficoltà ad assicurare i turni non riguarda più esclusivamente i reparti di pronto soccorso. Per gli infermieri un minimo di potenziamento è stato fatto, il problema maggiore sono i medici.
All’ospedale San Paolo alcuni reparti potrebbero ridurre molto l’attività nel periodo estivo: è il caso di Pediatria, Ortopedia, Neurologia, Medicina d’urgenza. E il pronto soccorso pediatrico potrebbe addirittura essere costretto a chiudere dalle 20 alle 8: sarebbe un evento grave, visto che è l’unica struttura di questo tipo in città oltre a quella del Santobono”.
Situazione critica anche all’Ospedale del mare, dove alcuni reparti non riescono ad aprire. Il sovraffollamento dei posti di pronto soccorso, spiega il sindacalista, è sicuramente causato dalla scarsità di personale e strutture, ma c’è anche un problema organizzativo, con l’applicazione di norme ormai superate.
Così non si riescono a trovare posti letto nelle varie strutture: si pensi ai policlinici, dove “ancora oggi per il ricovero viene richiesto un tampone negativo di tipo molecolare, che può richiedere 6-8 ore, mentre non è ammesso il test rapido. Mancano ospedali di comunità: i pazienti vengono curati al pronto soccorso ma poi non si sa dove mandarli. La Asl Napoli 1 dovrebbe mettere in campo le stesse forze mobilitate per la festa scudetto”.
Quanto alla sanità territoriale, il programma presentato dal presidente della Regione prevede la realizzazione di 169 case della comunità, 45 ospedali della comunità e 58 centrali operative territoriali. Il tutto per un investimento di oltre 380 milioni di euro, parzialmente coperto dai fondi del Piano nazionale di ripresa, e con tempi di realizzazione di tre anni.
Le case della comunità sono strutture polivalenti di assistenza primaria e specialistica in grado di erogare anche prestazioni sociosanitarie. Vi verrebbero svolti screening diabetologici e oncologici, ma potrebbero diventare anche un punto di prelievo e di vaccinazione. Negli ospedali di comunità sarebbero ricoverati pazienti che richiedono cure a basse intensità, ovvero a breve degenza.
La missiva Pavone del Nursind e i rappresentanti di Potere al lavoro e Ugl hanno scritto al dg Verdoliva.