Anna Maria Boniello – Capri. E’ passato un mese esatto dall’insediamento del dott. Pippo Papaccioli al vertice della direzione sanitaria dell’ospedale Capilupi di Capri e a soli 30 giorni di distanza già iniziano le prime contestazioni. Papaccioli, ex direttore del Distretto 33, balzò agli onori delle cronache qualche anno fa quando soccorse Silvio Berlusconi colpito da un lieve malore durante una manifestazione pubblica. Nella sua biografia vanta anche un passato politico sul fronte del Centro-Destra avendo ricoperto la carica di Sindaco nel Comune di Caivano. Sin dal suo arrivo alla direzione sanitaria dell’Ospedale Capilupi di Capri l’amministratore si è subito impegnato nelle politiche di riduzione della spesa sanitaria e di ottimizzazione di costi e risorse secondo uno schema di interventi che sono in corso di attuazione a livello regionale in tutte le strutture ospedaliere campane e ha cominciato ad attuare i primi tagli che hanno interessato medici e infermieri che effettuavano lavoro straordinario e che si sono visti dimezzare in alcuni casi e annullare in altri casi le ore extra. Ancor prima dell’arrivo a Capri del nuovo direttore sanitario, le ore di straordinario erogate al personale erano state oggetto di polemiche. A sollevarle fu Ciro Varriale dell’Ugl Sanità Provinciale, che intervenne sul guasto della Tac, ancora fuori uso, e sulla questione straordinari. Secondo il sindacato i costi del piccolo ospedale di Capri erano troppo elevati, in particolare per le somme destinate agli straordinari che in alcuni casi ammontavano a 180 ore mensili, e per questo andavano tagliate tutte le voci extra comprese anche le ore superflue. Di diverso avviso la Cisl Fp che invece ha contestato la politica dei tagli indiscriminati. “Che il nuovo direttore sanitario Papaccioli avviasse una nuova organizzazione presidiale per rimodulare spese e costi eravamo certi nonché sostenitori, ma che l’ ottimizzazione fosse rappresentata dalla chiusura di servizi essenziali come il blocco operatorio nelle ore notturne questo non possiamo permetterlo”, scrive in una nota Andrea Arciuolo, segretario del comparto sanità della Cisl Fp di Napoli, unitamente alla struttura aziendale dell’organizzazione sindacale del Capilupi. La Cisl ricorda che “il blocco operatorio, da dati rilevati dalla Direzione Generale attraverso l’Arsan, ha risultato zero nell’equazione tra costi e benefici, quindi nessun costo, nessun aggravio di spesa, né per la collettività né per l’azienda”. La Cisl Fp contesta il ricorso alla reperibilità per far fronte ai tagli degli straordinari: “L’istituto contrattuale della reperibilità può essere utilizzato solo come integrazione dell’orario di lavoro, solo su turni h 24 e mai a sostituzione dello stesso. Chiediamo – scrive il sindacato nel suo documento inviato agli organi preposti – l’applicazione della normativa vigente non solo per la Sala Operatoria ma per tutte le guardie attive. Eludere le normative vigenti ampliando in un sottoscala il servizio di dialisi non significa né attuare un spending review né di modulare la spesa né di dare dignità ai pazienti”. I tagli hanno colpito anche il reparto di ginecologia. In una riunione che si è tenuta il 31 Marzo tra il Direttore Sanitario e i medici del reparto di Ginecologia è stato presentato un turno di guardia ostetrica che prevede la presenza di un solo ginecologo. Questo, secondo i medici che hanno partecipato all’incontro porterebbe chiusura del punto nascita. In riguardo questa osservazione il direttore sanitario ha aggiunto, inoltre, che in caso di necessità ci si può avvalere della disponibilità del chirurgo di guardia.
Una soluzione ritenuta assurda dai ginecologi “in quanto il chirurgo non ha le competenze specifiche per affrontare una emergenza ostetrica, creando così un grosso pericolo per la vita della partoriente e del suo bambino.
Sono anni che assicuriamo – dichiarano i ginecologi del capilupi – nonostante la forti carenze, sulla nostra pelle, la possibilità per le donne capresi di far nascere i propri figli a Capri. Se questa situazione resterà così, saremo costretti a trasferire ogni gravida, per assicurarle una adeguata assistenza. Il risparmio non si può fare sulla vita della mamma e del nascituro.”