Anna Maria Boniello. Capri – Ancora un ordigno bellico inesploso nelle acque di Capri. A localizzare la bomba che giace sui fondali di Capri, risalente alla Seconda Guerra Mondiale, è stata la Marina Militare che a seguito di una serie di segnalazioni ricevute durante la posa di una condotta sottomarina da parte di un’impresa che sta effettuando i lavori. Dopo una serie di ispezioni nel tratto di costa sul versante nord dell’isola, a poche miglia tra Caterola e Punta Tiberio, la nave Chioggia della Marina Militare ha localizzato l’ordigno avvalendosi dell’intervento dai sommozzatori del Gos, il Gruppo Operativo Subacqueo, esperti in questo tipo di operazioni, che si sono immersi con apparecchiature specializzate ed hanno individuato il luogo esatto dove si era depositato l’ordigno. Ieri una nota della Marina Militare ha comunicato che non appena le condizioni meteo marine lo consentiranno sarà fatto brillare in mare l’ordigno. Una delicata operazione che prevede l’impiego del cacciamine Chioggia, specializzata per la rimozione di ordigni, dei palombari del Gruppo Operativo Subacqueo e degli uomini del Raggruppamento Subacquei ed Incursori Teseo Tesei. Un vasto schieramento di mezzi e di uomini al fine di garantire la sicurezza dello spazio marittimo e della navigazione che si svolge nella zona. Per immersione dei palombari del reparto pronto impiego del Gos, che scenderanno fino a trecento metri di profondità, è previsto l’uso di scafandri rigidi articolati che consentono di immergersi in sicurezza a profondità fino ad oggi impensabili. In una nota diffusa ieri dal Comandante Gerardi della Capitaneria di Porto è stato comunicato che il 18 Marzo dalle ore 10.00 in poi arriverà a bordo della nave Chioggia il reparto dei Gos che con il supporto dei mezzi della Guardia Costiera procederà all’imbragaggio e rimozione dell’ ordigno inesploso che sarà trasferito in un punto a circa tre miglia a sud dell’isola di Capri per essere fatto brillare in sicurezza. Tutte le unità in transito durante le operazioni dovranno mantenersi ad una distanza di almeno due miglia dalla nave Chioggia. E nonostante che sull’isola azzurra, duranti i conflitti bellici non sia mai stata sganciata una bomba, dopo il rinvenimento di questi giorni invece si scopre che diversi ordigni sono stati sganciati nelle acque azzurre intorno all’isola. Ben due bombe infatti nel 2012 vennero rinvenute sul versante sud dell’isola al largo della Grotta Bianca, tra Punta Massullo dove si erge la villa di Curzio Malaparte e la caletta del Funno, alla base dell’Arco Naturale. In quel caso fu un esperto subacqueo, Vasco Fronzoni, ad accorgersi dell’ ogiva che giaceva sul fondo tra gorgonie e poseidonie ad una profondità di circa 15 metri, ed anche in quel caso si trattava di una bomba inesplosa lunga circa cinquanta centimetri e larga una ventina. Immediatamente scattò l’allarme ed i marinai della Capitaneria dopo aver allontanato dallo specchio d’acqua yacht, motoscafi e gozzi vietarono il transito marino in quell’area. A distanza di quindici giorni un altro rinvenimento, sempre nella stessa zona: ancora un ordigno bellico inesploso, rinvenuto dai subacquei capresi Mario Vacca ed Enrico Desiderio nel corso della loro abituale immersione a poca distanza dalla Grotta Bianca. Accanto alla bomba fu ritrovata anche una cassa di munizioni, evidentemente o lanciata in mare da qualche nave dell’epoca o scivolata durante la navigazione. Dopo aver segnalato il pericolo, messo in sicurezza e limitato la navigazione, gli ordigni rinvenuti vennero fatti brillare in mare dalla Marina Militare.