Anna Maria Boniello. Capri – Si è spenta all’alba di ieri mattina nella sua abitazione di Anacapri l’anziana donna che per l’intera giornata di giovedì ha vissuto lunghissime ore all’Ospedale Capilupi in gravi condizioni di salute, essendo malata oncologica, in attesa del trattamento di dialisi che però non è stato mai effettuato per mancanza di personale infermieristico specializzato. Ed anche se non è stata questa la causa della morte dell’anziana donna, M.P. anacaprese, nata nel 1937, sull’isola si è acceso il fuoco della polemica che ha riportato il Capilupi al centro dell’attenzione degli isolani, che devono ricorrere al questo ospedale come unica struttura sanitaria isolana. E infatti giovedì mattina al Capilupi si sono vissute vere e proprie ore di tensione, a partire dall’ira dei familiari che si sono rivolti al vicino Commissariato, diretto dal Vicequestore Maria Edvige Strina, che ha inviato nei locali dell’ospedale una pattuglia per verificare i fatti e le carenze che venivano denunciate dai familiari della paziente che era arrivata a Capri nei giorni precedenti dopo una lunga degenza nel reparto oncologico del Policlinico, che l’aveva dimessa dopo che i familiari avevano firmato il rilascio, concordando la terapia che la donna doveva continuare presso l’Ospedale di Capri che veniva informato del protocollo da seguire. Alle ore 9.00 del mattino di giovedì la donna era arrivata in ospedale con l’autoambulanza della San Vincenzo per essere sottoposta a dialisi, ed era stata messa in attesa in una saletta ambulatoriale perché, a supporto del nefrologo che opera all’interno del centro dialisi, non vi era il personale specialistico abilitato a mettere in funzione la macchina della dialisi, assenti per motivi vari, così come comunicato alla direzione. Per superare il momento di emergenza sono stati spostati dal Pronto Soccorso due infermieri che via telefono ricevevano istruzioni sulle manovre necessarie per il funzionamento dell’attrezzatura, ma intorno alle 14.00 al momento della messa in opera della dialisi ci si è accorti che il catetere giugulare dell’ammalata era completamente otturato, e quindi non essendoci infermieri specialistici per questa funzione non si poteva sottoporre la donna al trattamento di dialisi. I parenti, vista la situazione di stallo, hanno firmato per le dimissioni, e stante l’aggravarsi della loro congiunta hanno ritenuto opportuno di riportarla nella sua abitazione di Anacapri dove la donna si è spenta nelle prime ore del mattino. Sul caso sicuramente ci sarà uno strascico giudiziario, anche perché nel tardo pomeriggio di ieri i figli della donna hanno presentato una denunzia molto dettagliata spiegando come erano andati i fatti, ed a suscitare maggiore clamore sul caso è arrivato un documento contro la direzione sanitaria da parte del Comitato Civico Articolo 32 Capri “Salviamo il Capilupi” nel quale venivano denunziati i fatti accaduti mettendo sotto accusa i vertici sanitari sia per la scarsa sensibilità mostrata nei confronti dell’ammalata e dei parenti, hanno mostrato inefficienza nel dichiarare di non essere a conoscenza dell’assenza nel reparto di dialisi del personale infermieristico specializzato per tali terapie. La replica del direttore generale dell’Asl NA1 Ernesto Esposito : “Dai primi accertamenti da noi fatti – dichiara il dott. Esposito – sono state messe in atto tutte le misure necessarie per garantire l’assistenza alla paziente. Dalla dichiarazione dei sanitari che erano in servizio al Capilupi è emerso che le condizioni di salute della paziente non consentivano l’effettuazione della dialisi. Ovviamente questo è quanto ci risulta da una prima indagine. E’ ovvio che la direzione proseguirà nella sua istruttoria acquisendo tutti gli elementi necessari che possano supportare queste prime dichiarazioni”