Fonte: Il Mattino
di Angelo Trimarco
Lucia Trisorio è la signora dello Studio Trisorio, seduta, come in trono, sulla «Poltrona» di Mario Ceroli. Fondato da Pasquale, nel 1974, al civico 215 della Riviera di Chiaia, lo Studio Trisorio viene inaugurato il 16 ottobre con una personale di Dan Flavin, uno dei protagonisti del minimalismo, con opere scandite dal 1967 al 1970. A Napoli, negli anni 60-’70 del secolo scorso, nella geografia dell’arte, piazza dei Martiri è il luogo strategico, condiviso, a un tiro di sguardo, dalla Studio Trisorio che, nel 2011, ha occupato anche la rimessa delle carrozze del Palazzo Ulloa di Bagnara. Come la prima, la seconda mostra, che comprende i nomi sovrani di Beuys e di Kounellis, di Twombly e di Warhol, rinvia a Villa Orlandi ad Anacapri dove, dal 1970 al 1989, è iniziata e cresciuta «una storia d’arte» di Pasquale e di Lucia. Villa Orlandi è una comunità di arte e di amicizia internazionale, di cui fanno parte, tra l’altro, Twombly e Beuys, Amelio e Alfano, critici, galleristi e direttori di museo. Il museo Madre, con la laudatio di Andrea Viliani, sabato ventidue febbraio, ha conferito il «Matronato alla carriera a Lucia Trisorio». Lo Studio Trisorio è attivo, al giorno d’oggi, per opera di Lucia, con la figlia Laura, dopo la scomparsa, nell’estate del 1992, di Pasquale, amico dolce e uomo elegante, collezionista e gallerista sensibile alle meraviglie dell’arte italiana e internazionale. Ricorda Lucia, quasi una leggenda, che, «nel 1970, passando un giorno per via dei Mille, Pasquale e io fummo attratti da un piccolo opera di Mario Ceroli esposta nella vetrina di un negozio di arredamento» e «ci fu detto che si trattava del ritratto di Lucio Amelio». Così, «facemmo la conoscenza del gallerista che, da poco, ha aperto lo spazio di piazza dei Martiri».I SEMI Come epicentro lo Studio Trisorio – l’ultima mostra è un ritorno di Alfredo Maiorino con la sua pittura analitica che si prolunga nello spazio della galleria , il cui orizzonte non è solo l’arte, ma è l’intreccio dell’arte con i linguaggi della fotografia e del video: tratto che caratterizza, dall’inizio, lo Studio Trisorio rispetto alle altre gallerie di Napoli. Questi semi, per Laura, sono l’humus di Artecinema che ha spaziato, come hanno intuito Pasquale e Lucia, nel pianeta globale. A Lucia – ha detto Laura Valente, presidente della fondazione Donnaregina per l’arte contemporanea – spetta, tra gli alti meriti, anche il ruolo di «apripista» perché il museo Madre intende conferire il «Matronato» a Lea Vergine, tagliente critica d’arte, e a Tomaso Binga, artista e poeta che ha fatto della voce e del corpo la propria vertigine.