Fonte: Metropolis
di Marco Milano
Altre due demolizioni ad Anacapri l’amministrazione comunale attacca: «Incredibile, quasi grottesco: un immobile oggetto di condono è stato abbattuto». La lotta anti-abusivismo della Procura di Napoli porta in esecuzione due demolizioni, una in via Veterino, l’altra in via Castagnelle in località Migliera. Nel primo caso tecnici e periti insieme alla polizia hanno dato il via alla demolizione di un terrazzamento, colonnati e altri abusi, nel secondo gli stessi proprietari aiutati da amici e familiari hanno avviato lo smontaggio di infissi e porte di un manufatto oggetto di demolizione, nonostante avesse richiesta di condono. «Il business delle demolizioni non si ferma nemmeno col coronavirus ha commentato Raffaele Cardamuro, leader del comitato nazionale Io Abito – buttata fuori dalla casa una famiglia per la demolizione non di una villa faraonica dei radical chic ma di un caprese che vive l’isola tutto l’anno. Ma non vi prendete vergogna?». E poco dopo è stata diffusa anche una lettera dell’amministrazione di Anacapri: «Lo Stato ha perso, e con esso tutti noi che ne facciamo parte: amministratori, cittadini, politici, magistrati, funzionari. Abbiamo perso tutti perché la Procura si è accanita e ha deciso di abbattere, qui ad Anacapri, un immobile oggetto di richiesta di condono del 1994 ed in più dotato di parere favorevole della commissione del paesaggio del comune di Anacapri. Ripetiamo, perché c’è dell’incredibile, quasi del grottesco, in tutto ciò: un immobile oggetto di condono è stato abbattuto. Non un immobile totalmente abusivo, ma un immobile oggetto di condono e quindi sanabile a tutti gli effetti e quindi assolutamente legittimo. Eppure è successo. In un momento storico dove tutto giustamente rallenta e si ferma per fare fronte all’emergenza Coronavirus, gli abbattimenti continuano senza colpo ferire. Forse i cittadini dell’isola di Capri vengono visti, dagli enti esterni, come dei privilegiati i cui scalpi possono essere sventolati a favore di telecamera senza troppi patemi d’animo, magari in nome di una ferrea e aderenza alla legge. Forse è così. Peccato che questa ferrea aderenza alla legge pare concretizzarsi sempre e solo quando c’è da colpire i più deboli».