Anacapri –
Il referendum indetto ad Anacapri sulla regolamentazione di macchinette slot machine e videopoker approvato dal Comune sta diventando un vero e proprio caso che ha travalicato i confini isolani e attratto l’attenzione dei media e dei network nazionali. Dopo le dichiarazioni del parroco don Daniele Pollio che ha puntato l’indice contro chi specula e lucra sui fenomeni di dipendenza, un altro segnale positivo è arrivato ieri a Franco Cerrotta, primo cittadino di Anacapri, da parte del direttivo del circolo “A. Diaz”, il più antico e storico circolo del comune di sopra. Da circa un secolo punto di incontro che è stato il primo sodalizio ad accogliere la richiesta dell’amministrazione comunale. Ieri il direttivo del “Diaz” ha inviato al sindaco la comunicazione di rimuovere, ancor prima del referendum, i videogiochi che si trovano all’interno della sede sociale, entro il 31 dicembre 2014, data in cui avverrà il ritiro definitivo delle apparecchiature. Un’adesione che è stata accolta con grande soddisfazione da parte del sindaco Cerrotta. Polemiche invece dal Sindacato delle imprese concessionarie (Sicon): il vicepresidente Roberto D’Amora ha reso pubblico un documento nel quale contesta la decisione di indire un referendum ad Anacapri definendola “una scelta proibizionista, un pericoloso salto nel buio che non risolverà nulla” . Il rappresentante del Sicon scrive di aver letto “con stupore e preoccupazione le notizie del referendum consultivo sul regolamento dei giochi leciti perché – continua D’Amora – come dice la stessa definizione si tratta di giochi che sono già regolamentati per legge”. D’Amora in rappresentanza delle imprese concessionarie delle slot machine parla di “una pericolosa tendenza al proibizionismo”. “Comprendiamo la necessità delle istituzioni di tutelare i propri cittadini – aggiunge – ma le norme per la tutela degli stessi dai fenomeni della ludopatia sono già state stabilite dallo Stato centrale. Quello di Anacapri è un pericoloso salto all’indietro che si vuole fare vincolando ancora di più le norme esistenti e assumendosi inoltre prerogative che lo Stato non ha dato ai Comuni”. Puntuale e pesante alla nota di D’Amora è la replica del sindaco Cerrotta . “Mi stupisco, anzi mi preoccupo e nello stesso tempo mi convinco sempre di più che abbiamo intrapreso la giusta strada”, attacca con fermezza il sindaco. “Ritengo che le norme di tutela stabilite dal nostro Stato centrale per i fenomeni quali la ludopatia non bastano, anzi ritengo che non sia il principale e unico attore in questa vicenda. Ciò in considerazione che i sindaci, per tutte le problematiche da affrontare, sono stati lasciati soli, proprio dallo Stato centrale”, tuona Cerrotta. “A cominciare dal taglio erariale e conseguente taglio dei servizi che nella fattispecie tutela innanzitutto i propri introiti derivanti da questi giochi cosiddetti ‘leciti’. Quindi i sindaci – dice il primo cittadino di Anacapri – sono più che legittimati a tutelare i propri cittadini anche dal fenomeno della ludopatia. Ed è per questo che ho chiesto al sindaco di Capri Gianni De Martino di varare un unico regolamento valido nei due comuni”. Sull’argomento sollevato da Anacapri, però, il sindaco di Capri mantiene una linea più morbida anche se, in una dichiarazione rilasciata ieri, ha tenuto a sottolineare “quanto l’iniziativa sia apprezzabile” ma teme che possa “avere ricadute determinati sulle attività commerciali”. Per cui, conclude De Martino, “il modo in cui attuarlo deve essere verificato con attenzione perché, in centri piccolissimi come il nostro, limitare significa anche fare scelte di natura economica ed imprenditoriale”.