Anna Maria Boniello. Capri – Sembra quasi che ci sia un arsenale nei fondali che circondano la Grotta Bianca, dopo il rinvenimento di ieri, ad opera di due subacquei capresi, che addirittura hanno rinvenuto a 15 metri di profondità un presunto ordigno bellico inesploso e a pochi metri di distanza anche una cassa di munizioni. Ad avvistare l’ordigno e la piccola santabarbara sono stati Enrico Desiderio e Mario Vacca dell’Associazione Sub Capri, che nel corso dell’immersione programmata per il costante monitoraggio dei fondali hanno rinvenuto il residuato bellico e la cassa d’artiglieria. Immediatamente i due sub hanno avvertito le autorità competenti, in primis la Capitaneria di Porto che ha provveduto a far scattare un cordone di sicurezza intorno allo specchio d’acqua, dove sui fondali giace il materiale bellico. Il luogotenente della Capitaneria di Porto di Capri Alberto Senna ha subito firmato l’ordinanza che a partire da mercoledì sera vieta a chiunque di attraversare lo specchio d’acqua in un raggio di duecento metri di distanza dal luogo del ritrovamento. La zona, meglio conosciuta come Grotta Bianca, si trova nel territorio del Comune di Capri e l’ordinanza della Capitaneria vieta fino a nuovo ordine qualsiasi tipo di pesca, la balneazione, l’ancoraggio e la navigazione al fine di tutelare l’incolumità pubblica. Il rinvenimento di ieri, che segue di circa un mese l’altro ritrovamento sempre ad opera dei soci dell’Associazione Sub Capri presieduta da Vasco Fronzoni che durante un’immersione rinvenne l’ogiva di una bomba inesplosa risalente alla Seconda Guerra Mondiale. Anche in quella occasione vennero interdette la navigazione, la pesca e la balneazione sino all’arrivo dei subacquei del nucleo dello Sdai della Marina Militare che il 10 agosto portarono al largo l’ogiva e la fecero brillare in condizioni di sicurezza. Ben diversa sarà invece l’operazione di questa volta perché insieme alla bomba inesplosa è stata rinvenuta anche la cassa contenente le munizioni. E’ la prima volta che avviene un simile rinvenimento nelle acque di Capri che mai come quest’anno continuano a svelare i loro segreti. Oltre agli ordigni bellici del secolo scorso, il presidente dell’Associazione Vasco Fronzoni addirittura è stato autore di una straordinaria scoperta che ha portato alla luce un carico di ossidiana di epoca neolitica, che giace sui fondali da oltre 5000 insieme al relitto di una nave che trasportava il prezioso vetro vulcanico il cui valore in quell’epoca era paragonabile a quello dei metalli preziosi. Di questo rinvenimento, insieme al gruppo dei subacquei capresi, se ne sta occupando l’Università Parthenope e la Sovrintendenza Archeologica di Napoli.