(da Il Mattino del 3/2/2011)Anna Maria Boniello. Capri – La frana turistica del 2010 sull’isola azzurra è stata arginata solamente dal forte aumento di vacanzieri stranieri che hanno soggiornato negli alberghi dell’isola dalle 5 stelle lusso ad una stella e nelle altre strutture, dai residence agli affittacamere e bed and breakfast. Un dato positivo che ha toccato quasi il 7 percento in più, tamponando il calo di vacanzieri italiani, che nel 2010 ha sfiorato il 12% in meno. Le presenze alberghiere, che riguardano un almeno minimo di tre pernottamenti nei mesi tra Gennaio e Dicembre dello scorso anno, hanno fatto scendere il diagramma delle statistiche a 2,81% in meno. Un calo non vertiginoso che fa ben sperare nella ripresa della prossima stagione turistica, che come da tradizione, a Capri per alcuni esercizi alberghieri come il Quisisana coincide con la data del 19 Marzo, e per altri con l’arrivo delle festività pasquali. A ben leggere i dati che sono stati ufficialmente presentati dal commissario straordinario dell’Azienda di Soggiorno dell’Isola di Capri Maria Teresa Pignataro, che da Novembre è alla guida dell’Ente di Piazza Cerio, viene fuori una serie di dati che farà riflettere gli addetti al comparto turistico e quelli dell’indotto che ruota attorno all’ “Azienda Capri” che trae gran parte dei suoi proventi dall’industria turistica e dalle attività terziarie. Le strutture alberghiere sparsi fra Capri ed Anacapri, comprese tra 5 stelle lusso ed una stella, sono appena 59 per un totale che si aggira intorno ai 3300 posti letto. 77 strutture sono divise fra residence, affittacamere e Bed and Breakfast per un numero di circa 600 posti letto. Un numero limitato rispetto ad altre località di vacanza che godono di un più vasto patrimonio alberghiero, e di territori più ampi. Da qui si spiegano anche le cifre ed i numeri che vengono ogni anno analizzati da esperti del settore e da analisti che studiano gli andamenti ed i flussi dei movimenti turistici. Capri, che vanta antiche tradizioni legate alla cultura dell’accoglienza però, da qualche anno, assiste con curiosità al fenomeno dell’aumento costante del turista straniero al quale si contrappone una emorragia sempre più irrefrenabile di presenze di turisti “made in Italy”. Quest’anno il fenomeno oltre che riguardare le privilegiate strutture a 5 stelle lusso e 4 stelle, che hanno registrato un calo di arrivi italiano del 20% e del 10%, l’andamento addirittura si è esteso persino alle strutture alberghiere ad una stella, dove il calo di turisti nostrani ha superato il 13%, sino ai Bed and Breakfast ed affittacamere, che hanno toccato punte in rosso del 14,50%. Sul totale generale manca all’appello l’11,21% di presenze italiane in meno. La disaffezione però che secondo gli analisti e gli esperti va individuata nei momenti di crisi che sta attraversando la nostra nazione, unitamente alla voglia di espatrio verso località fascinose ma più a buon mercato, che consentono vacanze più lunghe e meno care in luoghi al di fuori dalle nostre frontiere.