Fonte: Metropolis
di Marco Milano
“Stop alla parola overtourism, a Capri bisogna parlare di regole e disciplina dei flussi”. Sergio Gargiulo, storico albergatore isolano e presidente del Consorzio Turismo Capri dice basta all’ormai inflazionato termine per indicare l’eccessivo numero di turisti e delinea quella che, invece, dovrebbe essere la linea da seguire per un terziario sostenibile e vivibile sulla terra dei Faraglioni. “Parlare di overtourism è un boomerang per Capri – dice Sergio Gargiulo – significa disincentivare la voglia e il desiderio di raggiungere l’isola. Più semplicemente c’è bisogno di regolamentare i flussi e disciplinare gli sbarchi. E per fare questo non serve il numero chiuso ma riorganizzare in modo funzionale arrivi e partenze, ed evitare, per esempio, come accade adesso che gli sbarchi sono concentrati tutti nelle ore del mattino e il ritorno a terraferma tutto insieme nel primo pomeriggio. E’ evidente, inoltre, che se si mettono in mare maxi-navigli sbarcano contemporaneamente troppe persone se rapportate ai servizi ed alle infrastrutture sui quali può poggiare attualmente il sistema Capri”. Permettere a tutti di arrivare e visitare l’isola, dunque, ma in una modalità meno frenetica e più godibile nel rispetto del territorio ma anche dei suoi abitanti. “Occorre lanciare una proposta nuova – dice Sergio Gargiulo che con il Consorzio Turismo Capri mette in rete più strutture ricettive per garantire un’accoglienza di qualità al porto di Marina Grande agli ospiti in arrivo – un pacchetto Capri slow, minimum 6-7 h, per evitare che la visita di una località così bella si riduca in pochissimo tempo e in condizioni caotiche, magari incentivando chi prolunga la sua escursione sull’isola con delle agevolazioni, così si evita il caos, con idee e proposte, e basta parlare di overtourism, cancelliamo questa parola”.