Anna Maria Boniello. Capri – Trentatré informazioni di garanzia sono state notificate ieri dal pubblico ministero Luisanna Figliolia a seguit di un’indagine della Procura della Repubblica iniziata con un maxisequestro ad opera della Guardia di Finanza di Capri che interessò circa tre ettari di territorio di Anacapri all’interno dei quali era stato messa in atto una lottizzazione abusiva nelle zone comprese tra Pino ed il Faro. Ai destinatari del provvedimento il pm della Procura della Repubblica di Napoli ha notificato anche la chiusura delle indagini preliminari che erano state avviate dalla Guardia di Finanza di Capri il 24 Giugno quando le Fiamme Gialle dell’isola, guidate dal tenente Pietro Varlese, insieme agli ufficiali di polizia giudiziaria del Comando Provinciale di Napoli, inviati dalla terraferma, avviarono l’operazione e le indagini che hanno portato oggi agli avvisi di garanzia. Tra i trentatré destinatari del provvedimento si trovano un responsabile dell’ufficio tecnico del comune di Anacapri che ha rilasciato le autorizzazioni, e tecnici e professionisti che hanno presentato al comune i frazionamenti illeciti, i proprietari dei terreni originali ed in ultimo gli acquirenti aree e gli spazi che sono stati ricavati dal frazionamento. I reati ipotizzati dal magistrato vanno dalla lottizzazione alla costruzione abusiva di manufatti ed alterazioni dello stato dei luoghi in assenza di licenze edilizie. Le indagini della Guardia di Finanza locale sono state coordinate dai magistrati della quinta sezione reati ambientali della Procura, che al termine dell’indagine, durata pochi mesi, hanno accertato che sono stati violati gli strumenti urbanistici che vigono sull’isola, gli standard della zona, in un’area del comune di Anacapri sottoposta a vincolo ambientale e caratterizzata dalla macchia mediterranea. La zona infatti, secondo il piano regolatore, è classificata alla lettera P ed è vincolata come area a verde agricolo ed è destinata principalmente all’agricoltura ed è sottoposta a vincolo paesaggistico ed ambientale. La vasta area originariamente era di proprietà di alcune società immobiliari che attraverso vari passaggi di proprietà hanno provveduto poi a frazionarla in ventotto particelle che sono state poi messe in vendita a prezzi di mercato e vendute ad acquirenti diversi, nonostante il frazionamento e la lottizzazione siano espressamente vietati dalla normativa vigente a Capri. Nel corso delle indagini e delle ispezioni della Guardia di Finanza è anche venuto fuori che in alcune particelle sotto sequestro erano state realizzate le opere edili abusive, consistenti in murature di confine, sbancamenti, recinzioni, manufatti, scale, basamenti in calcestruzzo che hanno modificato lo stato dei luoghi, passi carrabili e pavimentazioni in cemento di aree destinate a verde ed anche locali che erano stati adibiti a servizi igienici e servizi tecnici ed aree adibite alla sosta e parcheggio di automobili. Il valore stimato dalla Guardia di Finanza delle opere sottoposte a sequestro, ammonta, secondo una prima valutazione, a circa tredici milioni di euro. Con la notifica di ieri il sequestro preventivo dell’area diventa definitivo e con la chiusura delle indagini e la notifica degli avvisi di garanzia si apre ufficialmente l’inchiesta che dovrà stabilire l’entità del danno ambientale fatto in una zona di notevole valore anche storico. Infatti nella zona si trovano gli antichi fortini borbonici e tra questi quello denominato di Pino che dà proprio il nome all’area. Inoltre lungo la costa frastagliata si trovano alberi di ulivo centenari e esemplari di flora spontanea in uno scenario di incomparabile bellezza di natura selvaggia che fa da contorno alla silhouette del Faro, il secondo per importanza in Italia, che si staglia nella punta estrema di Capri.