Focus
di Massimo Maresca
La denuncia globale di Greta Thunberg e la proposta ambientalista di Capriamoci
Una manifestazione significativa e partecipata quella che ha visto protagonista, negli scorsi giorni, l’associazione isolana Capriamoci – nata nel maggio 2018 -, nelle cui mire spicca il raggiungimento di un turismo sostenibile per l’isola di Capri. Al centro del dibattito la necessità di risvegliare nei capresi quel senso di appartenenza che può salvaguardare la natura e la cultura locale, un senso che di tanto in tanto ha bisogno di essere ridestato, smosso e sollecitato da azioni concrete, scelte coraggiose e, soprattutto, fattive.
Questa esperienza di incontro e di confronto non può che farci tornare con la mente all’impegno e al perentorio appello della giovanissima Greta Thunberg, la sedicenne svedese divenuta attivista a favore dello sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico. All’età di undici anni circa si ammala di depressione e inizia a mangiare pochissimo. I suoi genitori, comprensibilmente spaventati di vedere la loro figlia in uno stato di notevole disagio, fanno di tutto per comprendere cosa sia ad oscurare la freschezza e l’ilarità della loro bambina e, dopo numerose visite e diagnosi mediche, scoprono che Greta è affetta da sindrome di Asperger (un disturbo pervasivo dello sviluppo, imparentato con l’autismo), OCD (un disturbo ossessivo-compulsivo, come il lavare di continuo le mani) e mutismo selettivo (un’incapacità di parlare in certi contesti).
Ebbene, questa ragazzina con tutti i suoi problemi è stata in grado di catalizzare l’opinione e l’attenzione del mondo intero sulla gravissima situazione globale che vede a serissimo rischio il nostro intero ecosistema e che rischia di portarci all’autodistruzione.
«Ma perché non riduciamo le nostre emissioni? Perché in realtà continuano ad aumentare? Siamo consapevoli di causare un’estinzione di massa?». Queste le domande più pressanti che questa ragazzina ha rivolto e rivolge a ognuno che si trovi ad ascoltarla. Domande dal sapore retorico, che tentano di scuotere chi è responsabile di tutto ciò.
Ma, appunto, chi è responsabile di tutto ciò? La risposta è una: ogni persona. Dice Greta: «Le persone continuano a fare ciò che fanno perché la gran maggioranza di loro non ha la minima idea delle vere conseguenze della nostra vita quotidiana e non capiscono quanto rapido debba esser il cambiamento», come a voler tirare tutti in ballo, per far aprire gli occhi ad ognuno sulle proprie abitudini, sugli stili di vita, sulle consuetudini che fanno parte della quotidianità. Cambiare, questo è l’atteggiamento giusto. Ognuno cambi e le istituzioni di ogni ordine e grado in brevissimo tempo attuino con radicalità scelte forti e insindacabili per il bene delle loro nazioni e, quindi, di ogni essere vivente.
Capri, nel suo piccolo e influente mondo, non vuole – e non può – tirarsi fuori da scelte che, invece di limitarsi solo a chiacchiere o applausi, necessitano di attuazione immediata!
I poteri economici, che ad oggi remano contro un progetto di sostenibilità e sono stati individuati dall’associazione Capriamoci, dovrebbero seriamente essere orientati, reindirizzati e disciplinati nell’ottica del bene comune. Ognuno è responsabile della tutela dell’ambiente e del farsi carico sia della speranza – che non deve mai abbandonare il nostro sguardo sulla vita e sul mondo – che dei fatti concreti, proprio come la giovane Greta dice: «Sì, dobbiamo sperare certamente. Ma più ancora della speranza ci serve l’azione».