Anna Maria Boniello. Capri – La protesta che è andata in scena ieri nella baia di Marina Piccola ha origini lontane, da quando venne emanata un’ordinanza che disciplinava gli ormeggi nel porto e nelle coste intorno all’isola, anche per le imbarcazioni adibite al trasporto turistico. Un’ordinanza, che fissava il limite massimo di 90 passeggeri per imbarcazioni per tre unità, però che è stata superata dal passaggio dei poteri dalla Regione ai Comuni. Il comune di Capri il 7 Maggio di quest’anno, tramite un’ordinanza inviata alle compagnie ha diffidato le società Sant’Antonio Srl, Marina della Lobra Srl e Sant’Andrea Srl, ad interrompere immediatamente gli approdi a Marina Piccola, a causa di serie problematiche che si venivano a trovare per la sicurezza dei limitrofi specchi d’acqua destinati alla balneazione, ed altri relativi alla difficoltà gestionale per la sicurezza e la viabilità pubblica. Le compagnie, dopo aver impugnato la sentenza davanti al Tar chiedendone la sospensiva, che non è stata concessa, sono ricorse al Consiglio di Stato, ed ieri mattina sono ricorse al blocco in mare. Una protesta singolare con le piccole motobarche messe di traverso, che hanno impedito ad ogni natante di attraccare al piccolo imbarcadero di Marina Piccola. La manifestazione, che è iniziata quasi all’alba è andata avanti per alcune ore, tra la curiosità di bagnanti, turisti italiani e stranieri ed anche tra la protesta dei marinai che con questa decisione presa dall’amministrazione vedono gravemente messo a rischio il loro posto di lavoro. Si tratta di una quarantina di famiglie – ha detto uno dei rappresentanti delle compagnie a chi chiedeva spiegazioni sui motivi della protesta. “Stiamo portando avanti con onestà e serietà da trent’anni questa attività che non crediamo incida né sulla sicurezza delle persone e né provochi affollamenti ed aggravi alla viabilità pubblica – e continua – in quella zona ci sono decine di attività turistiche, balneari e ricettive, e certamente non sono i nostri duecentocinquanta passeggeri al giorno a creare problemi di sovraffollamento e disagi agli isolani, ai vacanzieri ed ai turisti che frequentano Marina Piccola. Inoltre – riprende Marcello Gambardella in rappresentanza dei suoi compagni di lavoro – in un anno mediamente ogni barca versa nelle casse del Comune di Capri circa quindicimila euro di tassa di sbarco, vale a dire circa sessantamila euro a stagione. Ciò non avviene per le tante barche a noleggio che arrivano da varie località e che sbarcano sull’imbarcadero allo Scoglio delle Sirene ed eludono sia la tassa di sbarco che il diritto di ormeggio al pontile di Marina Grande, destinato a tali unità, pari a cinquanta euro giornalieri. Oggi rappresenteremo tutte le nostre ragioni al sindaco, alla presenza del Vicequestore Maria Edvige Strina, che si è resa disponibile ad accompagnarci in Comune, unitamente alla Capitaneria di Porto, per cercare di trovare una soluzione alla problematica, o un’ipotesi alternativa allo sbarco a Marina Piccola.” E un’alternativa alla soluzione del problema potrebbe essere quella che venne indicata nella precedente ordinanza che prorogò i tempi del divieto, firmata dai sindaci Ciro Lembo e Franco Cerrotta, che prevedeva la costruzione accanto all’area detta “Molo del Pennello” quasi all’estremità del porto commerciale di Marina Grande e alle spalle del molo foraneo del porto turistico, di un piccola banchina dove poter fare attraccare le imbarcazioni turistiche di piccolo cabotaggio provenienti da varie località che non superassero i quindici metri di lunghezza.