Anna Maria Boniello. Capri – L’Ugl scende in campo contro gli sprechi nella sanità a Capri per l’ospedale Capilupi. Un pesante documento, firmato dai responsabili del sindacato provinciale e regionale, Giuseppe Patrocello, segretario provinciale e Ciro Varriale, vicesegretario, è stato inviato al Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro ed ai vertici dell’ASL NA1 Centro nel quale vengono evidenziati “gli eccessivi costi sostenuti dall’ASL a vantaggio del nosocomio caprese, contro una discutibile qualità del servizio.” In particolare i due sindacalisti puntano l’indice contro il numero eccessivo di ore di straordinario effettuate dal personale, dieci volte maggiore a quello consentito, arrivando sino a massimi di 160 ore mensili per dipendente, denunciano i due sindacalisti, mentre stranamente in altri ospedali della stessa Asl il lavoro straordinario è stato totalmente azzerato. Uno scandalo abnorme, è scritto nel documento, che fa levitare fortemente i costi di gestione del nosocomio caprese, che conta solo tredici posti letto ed uno di day hospital. Uno spreco di risorse finanziarie, nonostante il tasso di occupazione di ogni posto letto sia molto al di sotto del 75%. L’intervento del presidente Caldoro, poi, viene invocato anche su un altro aspetto che è quello dello stop dei lavori di ampliamento e ristrutturazione del Capilupi, dovuto al ritiro della donazione di due milioni di euro da parte di una cittadina caprese che ha ritirato il finanziamento proprio per il mancato rispetto da parte dell’Asl di vincoli contrattuali. Un caso abnorme, denunziano i due sindacalisti, perché a causa del cantiere ancora aperto si sono ridotti ancora più gli spazi da utilizzare, per cui il centro dialisi si trova in un’area angusta e gli operatori sono confinati in ambienti che non rispecchiano i minimi requisiti di idoneità igienico-ambientale.Una situazione che viene totalmente ignorata dall’Asl nonostante la Ugl si sia fatta carico di informare attraverso i suoi canali il Direttore Generale dell’Asl Dott. Ernesto Esposito.