Anna Maria Boniello. Capri – Il degrado a Villa Jovis sotto i riflettori delle polemiche, ieri a scendere in campo sono stati gli albergatori. A nome di tutti gli imprenditori turistici, il presidente di Federalberghi Sergio Gargiulo, vista il presistere della chiusura degli scavi, e che nessun lavoro di bonifica è stato effettuato all’interno del sito archeologico, ha inviato una ferma nota al Ministero dei Beni Culturali a Roma ed al Sovrintendente Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei. Gargiulo ha messo in fila tutti i mali, ormai diventati endemici, che mano o mano stanno privando l’isola ed i suoi visitatore di un inestimabile patrimonio storico ed archeologico. Un degrado vergognoso in cui è venuta a cadere quella che fu la villa dell’Imperatore Tiberio, che dall’isola per ben undici anni governò il suo impero. La chiusura che si protratta sino al mese di Marzo, e che per il futuro fa intravvedere uno scenario peggiore, dopo la chiusura parziale, “potrebbe portare addirittura alla chiusura totale del sito a causa della mancanza di fondi – dichiara Gargiulo – e della carenza di personale.” Il presidente di Federalberghi nella sua nota sollecita una piena assunzione di responsabilità da parte degli enti a cui è affidato il bene, Sovrintendenza e Ministero che non possono limitarsi solo ad una mera verifica di procedure burocratiche attraverso strade già percorse, che non hanno portato però a nessuna soluzione definitiva. “Una situazione che oggi – denunzia Gargiulo – ci ha portato su una strada senza ritorno”. Gli albergatori capresi, attraverso il loro presidente, auspicano uno scatto di orgoglio e coraggio al fine di eliminare i guasti che sono avvenuti durante questi anni. “Ci vorrebbe – scrive Federalberghi anche un pizzico di fantasia ed andare alla ricerca di soluzioni alternative a quelle fin oggi adottate.” Villa Jovis con i suoi ruderi ed i suoi scavi ricchi di storia, è la più grande residenza che dell’imperatore romano, fece costruire fra Roma e Capri. Il sito, che è chiuso dal mese di Gennaio, versa in uno stato di pietoso abbandono ed offre una vista e soffre dei mali che purtroppo incombono sui siti archeologici più preziosi del panorama italiano. Capri, meta di un turismo anche colto e raffinato che va alla ricerca delle origini e della storia dell’isola, non può permettersi, secondo i rappresentanti dell’imprenditoria turistica, questo stato di cose che mortifica fortemente il territorio, anche perché gli scavi e la loro tutela sono affidati allo Stato, ministero e sovrintendenza. “Risulta infatti che l’amministrazione comunale di Capri – dichiara Gargiulo – per riqualificare il sito ha presentato un progetto che dovrà essere finanziato dalla Regione, e sul territorio diverse associazioni ambientaliste, capofila Pro-Natura Capri, che già si sono adoperate lo scorso anno per la bonifica degli scavi, oggi sarebbero in grado di impegnarsi e fare la loro parte per svolgere compiti di accoglienza che quelli di manutenzione dell’intera area che oggi necessita di un’attenta opera di riqualificazione. Uno sforzo comune insomma finalizzato anche ad una seria ricerca di fondi e risorse per la salvezza di un luogo così importante non solo per Capri ma per il mondo intero. E’ tempo – conclude Gargiulo – di superare l’inerzia burocratica che rischia di far perdere un patrimonio inestimabile, per avviare finalmente un percorso virtuoso che porti all’apertura definitiva di Villa Jovis, ed alla sua salvaguardia”.