Teodorico Boniello
Capri –
Uno scempio ambientale in piena regola sotto i celebri Faraglioni è stato interrotto dall’operazione dei carabinieri del servizio navale di Capri che hanno intimato l’alt a due “datterari”, in azione nei fondali capresi alla ricerca dei prelibati frutti di mare la cui estrazione e asportazione dalla roccia è espressamente vietata dalla legge per i gravissimi danni che provoca all’ecosistema e all’ambiente marino. A finire nel mirino dei carabinieri due fratelli di Castellammare di Stabia, che sono stati denunciati a piede libero. 7 chilogrammi di datteri di mare appena pescati sono stati sequestrati e distrutti. L’operazione degli uomini della motovedetta in servizio intorno all’isola di Capri, al comando del maresciallo Ferdinando Varriale, ha portato anche al sequestro dell’intera attrezzatura utilizzata per effettuare l’attività illecita. Lo specifico servizio ha visto l'intervento di militari in abiti civili su un gommone civetta e di personale in divisa a bordo della motovedetta cc627. I carabinieri, impegnati nell’operazione lungo il versante sud dell’isola di Capri, hanno localizzato nei pressi di Villa Malaparte, a pochi metri dai mitici Faraglioni, il motoscafo di appoggio utilizzato dai pescatori di frodo impegnati nell’attività e che al momento del blitz si erano immersi in profondità con muta e bombole e muniti di attrezzatura. I militari hanno quindi atteso che i due “datterari” risalissero per berccarli in flagranza. I due pescatori sono poi stati fermati e traghettati nel porto di Marina Grande onde poter procedere alla loro identificazione. Si tratta di due fratelli di Castellammare di Stabia, V.C. e V.V., di 31 e 34 anni, già noti alle forze dell'ordine in virtù dei loro precedenti specifici, essendo state innumerevoli volte bloccati perché sorpresi a praticare la pesca di frodo. Nei loro confronti è scattata una nuova denuncia all’autorità giudiziaria. Sotto sequestro è stata posta tutta l'attrezzatura, mute, maschere, pinne, bombole e martelli pneumatici, che i “datterari” utilizzavano per l'attività illecita. I datteri recuperati dai carabinieri, prelibati frutti di mare che vengono sempre più spesso venduti sul mercato nero, sono stati sequestrati e poi distrutti mediante affondamento al largo. La pesca di frodo del dattero di mare arreca notevoli danni all'ecosistema dovuta alla frantumazione delle rocce. Chilometri di coste e di scogli vengono distrutti da questo tipo di pesca a causa dell’estrazione di un frutto di mare che viene venduto a prezzi esorbitanti. Nonostante i controlli delle forze dell’ordine personaggi senza scrupoli continuano a danneggiare l’habitat marino, le rocce e i fondali dell’isola di Capri, della penisola sorrentina e della costiera amalfitana. Appena due giorni fa nel mirino della capitaneria di porto era finito un altro pescatore stabiese sorpreso dai militari di una motovedetta della guardia costiera di Castellammare con 3 kg di datteri appena pescati nei pressi del banco di Santa Croce a Vico Equense. Sono decine negli ultimi mesi gli interventi portati a termine dalle forze dell’ordine contro i “datterari” nei golfi di Napoli e di Salerno. Il fondale caprese resta uno dei prediletti da parte dei pescatori dell’area stabiese e vesuviana che, soprattutto nelle ore serali, raggiungono l’isola con veloci imbarcazioni riuscendo a fare incetta di datteri, sia sul versante sud compreso tra i Faraglioni e lo scoglio del Monacone che sulla costa opposta nello specchio di mare tra il Faro di Punta Carena e Cala del Limmo.