Anna Maria Boniello. Capri – L’isola azzurra non ci sta ad essere messa sul banco degli imputati e respinge fermamente le accuse che sono arrivate dall’alto delle Dolomiti contro le località turistiche del Sud. Il primo cittadino di Calalzo Luca De Carlo, infatti, aveva sentenziato che “se gli ispettori anti-evasione fossero andati a Capri, probabilmente la percentuale di evasione scoperta sarebbe stata 20 volte superiore, ammesso che al Sud sappiano cosa siano gli scontrini fiscali”. “Senza voler entrare nel merito delle dichiarazioni di altri rappresentanti delle istituzioni” attacca il Sindaco di Capri Ciro Lembo “devo dire che i controlli a Capri vengono fatti in ogni mese dell’anno. Ovviamente, la stagionalità dell’isola porta ad intensificarli durante i mesi estivi, partendo proprio dal Porto Turistico, l’approdo dei Vip, dove abbiamo messo a disposizione della Guardia di Finanza un posto fisso, onde poter controllare gli ormeggi dello scalo marittimo. Per la sua conformazione geografica, Capri non ha auto di grossa cilindrata, ed il loro posto viene preso quindi da natanti e scafi di lusso. Per quanto riguarda le attività commerciali, ristoranti, discoteche, boutique griffate e gioiellerie, devo dire che la Guardia di Finanza locale effettua controlli periodici sul rilascio degli scontrini fiscali, quindi, come primo cittadino” conclude Lembo “ posso dire che i controlli antievasione vengono effettuati a 360 gradi sia a terra che a mare”. E proprio dalle Fiamme Gialle ieri è arrivato un primo bilancio sull’anno appena concluso : i controlli alle poche attività commerciali aperte sono stati effettuati anche a Dicembre, e nessun verbale è stato elevato. Diversa è la situazione, dice la Guardia di Finanza, nei mesi estivi, fra luglio ed agosto il drappello di finanzieri con controlli periodici ha passato al setaccio bar, ristoranti, negozi di souvenir, discoteche e boutique griffate, sia per l’esposizione dei prezzi che per il rilascio dello scontrino, ed il bilancio si è concluso con una cinquantina di contravvenzioni fra Capri ed Anacapri. Aria tranquilla si respira anche sul fronte della Confcommercio. Beppe Massa, il presidente dei commercianti capresi che contano tra gli associati oltre 150 attività di varia tipologia, dichiara : “I controlli nei pochi negozi aperti ci sono stati anche nel mese di Dicembre : e’ difficile comunque che i clienti di boutique e gioiellerie paghino in contanti. Da anni siamo dotati di Pos per pagamenti senza contanti, ed i nostri incassi per l’80% vengono effettuati con carte di credito. Tra l’altro Capri è anche Tax-Free, per cui i clienti stranieri necessariamente devono essere muniti di scontrino per poter ottenere il rimborso dell’IVA. Per quanto riguarda gli ormeggi di yacht da milioni di euro dei Paperon de’ Paperoni al Porto Turistico, Marino Bertocci, direttore dell’esclusivo scalo marittimo spiega che “la documentazione depositata può essere controllata in ogni momento sia dalla Guardia di Finanza che dalla dogana, e la prenotazione viene annotata sui registri, per cui si può sempre risalire all’identità degli armatori.” Ed anche in via Camerelle, la Fifth Avenue caprese, da Gucci, la maison fiorentina che nel 1985 ha aperto le sue vetrine nella storica strada, e che ancora oggi resta aperta tutto l’anno, la direttrice Cettina Caputo spiega che per poter acquistare un capo griffato Gucci che supera il limite di 3600 euro scatta addirittura lo “speso metro”, una legge che è andata in vigore nel luglio del 2011 che obbliga il cliente a dichiarare il suo codice fiscale se si risiede in Italia, o i dati anagrafici e nazione di provenienza per quanto riguarda i clienti stranieri. E se i controlli all’esterno dei negozi vengono effettuati dalla Guardia di Finanza, la scorsa estate è stata l’Agenzia delle Entrate a visitare lo stabilimento balneare ai Faraglioni che fa capo alla famiglia Iacono, Chiara, Ilaria e Mario : in pieno agosto quattro funzionari, due donne e due uomini, arrivarono via mare con vistose camicie a fiori ed abbigliamento estivo per mischiarsi ai clienti, e nell’approdo caro a Curzio Malaparte per ben quattro ore vennero ispezionati gli incassi, contati i lettini prendisole per effettuare riscontri incrociati coi biglietti d’ingresso, poi fu la volta della Forestale alla Canzone del Mare, ed anche lì la Guardia di Finanza. Nessun verbale però fu elevato nei confronti dei titolari.