Fonte: Metropolis
di Marco Milano
CAPRI – Pesca illegale e distruzione dei Faraglioni di Capri, arrivano altre condanne. Il Tribunale di Napoli, nelle scorse ore, ha condannato due soggetti coinvolti nell’operazione che aveva portato, nel 2021, a svelare e debellare la rete che faceva di pesca illegale e commercializzazione di datteri di mare una vera e propria attività criminale. Un’azione che, come accertato, ha causato danni e distruzioni ai fondali marini del Golfo di Napoli e dei Faraglioni, simbolo da sempre di Capri. Lo scorso anno erano arrivate le sentenze per i pescatori-fornitori, mentre questa volta la punizione ha colpito la cosiddetta intermediazione, ovvero i rivenditori, che, sotto banco, garantivano il frutto proibito. I datteri di mare come ricostruito dagli inquirenti all’ingrosso toccavano la “quotazione” di quaranta euro al chilo, arrivando ad andare anche oltre cento “al dettaglio”. Sul banco degli imputati, per i due, che secondo l’accusa si erano resi protagonisti della vendita, le condanne a pene di quattro e sei anni di reclusione ed il pagamento del risarcimento e delle spese processuali a favore delle parti civili, tra le quali i comuni di Capri e Anacapri e le associazioni ambientaliste Legambiente, Wwf e Marevivo. “E’ una questione – ha detto Nabil Pulita da Legambiente – che abbiamo seguito sin dall’inizio. Questi criminali della nostra costa dovranno scontare la giusta pena e dovrà essere di monito affinché nessuno si permetta di sfregiare il nostro patrimonio naturale”. Il danno ai Faraglioni di Capri è stato inserito anche nel dossier “Mare Nostrum” redatto da Legambiente insieme alle forze dell’ordine dopo aver vinto la prima sentenza nel 2022 come parte civile. “Si tratta di una sentenza storica – hanno detto dal Wwf Italia – perché finalmente si riconosce il bracconaggio come un fenomeno che, per gli enormi volumi d’affari illeciti generati, è svolto da soggetti organizzati in maniera professionale”.