Fonte: Il Mattino del 9 settembre 2023
di Annamaria Boniello e Leandro Del Gaudio
Alle sette del mattino, fa il suo ingresso sul luogo del lavoro. Fa accesso all’interno del set, in quell’occasione allestito nella cornice dei giardini di Augusto, sapendo di dover affrontare una giornata carica di impegni, come sempre accade quando la produzione di un film entra nel vivo.
Poi, della sua sagoma si perdono le tracce. Lascia i giardini di Augusto dopo il lavoro, senza passare però per il varco principale (quello monitorato dalle telecamere), andandosi ad inerpicare lungo stradine che lo avrebbero condotto – non è ancora chiaro come – nel vallone della morte. È questo uno dei tasselli che emerge dall’inchiesta sulla morte di Luca Canfora, 51 anni, costumista della troupe del regista premio Oscar Paolo Sorrentino, che la Procura di Napoli sta conducendo dalla scorsa settinana.
IL SOPRALLUOGO Ieri, il blitz sull’isola caprese. Un sopralluogo coordinato dal pm Silvio Pavia, al lavoro gli uomini della Mobile del primo dirigente Alfredo Fabbrocini, ma anche gli agenti del commissariato di Capri. E non è tutto. Sul campo anche un «rocciatore», che – grazie a una fune ben fissa – ha ripercorso dall’alto in basso il costone dove sarebbe caduto il costumista.
Chiara la strategia della Procura.
Si parte da una pista investigativa di scuola, parliamo dell’ipotesi di istigazione al suicidio, unico strumento giuridico che consente di svolgere verifiche per sgomberare il campo da ogni genere di suggestione. Una vicenda coordinata dal procuratore aggiunto Simona Di Monte, si punta a mettere a fuoco alcuni punti ancora poco chiari. Stando a quanto emerso fino a questo momento, ci sono delle immagini agli atti che riguardano l’ingresso sul set di Giardini di Augusto da parte del costumista.
Sono le sette del 31 agosto scorso, da allora inizia il mistero.
Stando alla prima ricostruzione, l’uomo avrebbe lasciato la troupe a fine giornata, andando nella zona che conduce in via Krupp.
Strada fatta di sentieri e stradine, dove sono iniziati gli ultimi istanti di vita del costumista. È stato trovato morto nelle acque del versante isolano che dà sui Faraglioni. Cosa è accaduto? È stato vittima di un malore? Si era appartato per qualche momento ad ammirare il paesaggio, mettendo poi il piede in fallo e rovinando dall’alto verso il basso? Ma c’è una domanda su tutte su cui sono al lavoro gli inquirenti napoletani: Luca Canfora era solo quando ha lasciato il proprio lavoro?
Ha incontrato qualcuno, mentre percorreva una delle strade più suggestive al mondo? Domande che spetta ora alla Procura affrontare, in attesa di quanto verrà fuori dall’autopsia. Come è noto, da lunedì scorso è iniziata la ricognizione sul corpo del costumista. Si tratta di ricostruire la dinamica della caduta, alla luce delle ferite che verranno riscontrate sul corpo. È un argomento decisivo, per capire se la morte è arrivata in seguito a un atto autolesionistico, una circostanza – quella del suicidio – che al momento viene tenuta in considerazione assieme a tante altre ipotesi.
Inchiesta che al momento – secondo quanto emerso finora – viene condotta contro ignoti, seguendo tutte le tracce raccolte fino a questo momento.
IL RETROSCENA Probabile che il sopralluogo di ieri mattina sia funzionale anche ad un altro step investigativo.
Probabile che la Procura voglia infatti ascoltare nei prossimi giorni anche amici e parenti dell’uomo trovato senza vita nelle acque di Capri. A partire dai colleghi di lavoro, quelli che gli sono stati vicino nel corso degli anni, in una carriera costellata di successi e di riconoscimenti internazionali. Uno scenario investigativo che ora fa i conti gli esiti del sopralluogo di ieri mattina, mentre sono in tanti a ricordare – soprattutto tramite i social – l’umanità e il talento del 51enne sulla cui morte la Procura intende vederci chiaro.