Fonte: Metropolis
di Marco Milano
“Capri deve essere un’isola con un porto e non un porto con un’isola”. Domani mattina consegna ufficiale della petizione “Salviamo Capri! Appello per una giusta regolamentazione dei flussi turistici”, sottoscritta già da quasi duemila persone sulla piattaforma change.org. da isolani e frequentatori abituali. “L’iniziativa non vuole essere una semplice consegna – hanno spiegato i promotori dell’iniziativa – ma vuole tentare di stabilire un fronte comune formato dalla diffusa e manifesta volontà della collettività e l’azione delle pubbliche amministrazioni di Capri e Anacapri, chiamate ad assumere un ruolo dirigente onde poter affermare uno sviluppo economico più sostenibile ed equilibrato della nostra economia turistica”. La petizione richiede “atti e comportamenti concreti e precisi tesi a disciplinare le corse in arrivo nella fascia mattutina, abolire le corse extra, contenere la capienza delle navi”. Essere a conoscenza di quanti passeggeri effettivamente salgono a bordo ogni naviglio, secondo quanto sostenuto dai firmatari, consentirebbe all’intero circuito di poter organizzare in modo funzionale l’accoglienza. Per coloro i quali hanno dato vita alla petizione, su tutte la richiesta principale è il rispetto dell’ordinanza che disciplina gli attracchi “e la ineludibile e fondamentale presenza dei due Comuni nel momento dell’annuale elaborazione del piano orario regionale, anche per assicurare il sacrosanto diritto dei cittadini di Capri alla mobilità e a servizi adeguati e rispettosi dei diritti dei pendolari e dei residenti”. Inoltre, lanciando lo slogan “Capri deve essere un’isola con un porto e non un porto con un’isola”, i promotori vogliono lanciare un grido di allarme per un “destino che si vorrebbe assegnare alla nostra isola, sempre più governata da esigenze esterne e subordinate ad interessi economici legati ai trasporti. Questi interessi, sia pur legittimi, rischiano di essere completamente fuori controllo e autoreferenziali compromettendo sempre più il sistema turistico di un’isola che dovrebbe essere, come nel passato, leader ed esempio del turismo internazionale. Ormai non si può più rimandare”.