Fonte: Metropolis
di Marco Milano
CAPRI – “Capri scoppia ora basta”. Numeri record sull’isola azzurra ma la folla sta portando al collasso la vivibilità in un territorio dalle dimensioni ridotte. Un piccolo gioiellino, da sempre amato da intellettuali e poeti, artisti e mecenati, “scoperto” dagli imperatori romani che sta però finendo nel tritacarne della “quantità”. E il 2023 più che mai sta mettendo a nudo le criticità di una località esclusiva, dal successo turistico mondiale, ma dalle difficoltà crescenti nella gestione dei flussi. In tanti si stanno muovendo, dalle associazioni alle istituzioni, addirittura alcuni capresi residenti insieme a ospiti illustri e abituali hanno dato vita ad una petizione, una raccolta di firme che in poche ore sulla piattaforma “change.org” ha registrato centinaia di adesioni per dire basta alla Capri “too busy” come sovente commentano i turisti americani, storicamente frequentatori assidui di questo magico lembo di terra bagnato da azzurre acque e che non credono ai loro occhi quando finiscono imbottigliati nel piccolo porticciolo di Marina Grande, o in lunghe code per prendere un mezzo di trasporto o “incastrati” nelle strette stradine capresi, congestionate da comitive. Ad essere messa a dura prova è l’essenza stessa di un’isola che ha fatto della tranquillità e della sensazione paradisiaca le proprie tracce distintive per secoli. La delegazione isolana dell’Unione Nazionale Consumatori ha lanciato già da qualche tempo l’hashtag “No luna park Capri” proprio per mettere un deciso freno ad un territorio letteralmente spremuto nei mesi turistici e poi privo di tanti servizi, anche essenziali, non appena si spengono le luci della ribalta e l’isola più conosciuta al mondo torna ad essere un territorio di poco meno di quattordicimila abitanti. I problemi forse iniziano da lontano, già dall’imbarco dalla terraferma dove quotidianamente di questi periodi, soprattutto nelle ore del mattino, le file al molo Beverello sono chilometriche e l’ideale cartello “sold out” è sovente esposto al pubblico. E poi l’odissea come raccontato da viaggiatori e passeggeri continua all’arrivo al porto di Marina Grande, a Capri. Un vero e proprio “game over” per il quale si sollecita un coordinamento generale per riportare vivibilità e sostenibilità nella Capri magica ma “too busy”.