Anna Maria Boniello. Capri – A circa nove mesi di distanza dal sequestro da parte della Guardia di Finanza di una discarica a cielo aperto che le Fiamme Gialle scoprirono nel corso di un’operazione ambientale nella zona del Faro ad Anacapri, in località Mesola, una parte dell’isola dalla natura spontanea e di straordinaria bellezza, l’area è stata dissequestrata ieri dopo un’attenta e minuziosa bonifica durata diversi mesi. L’area dove era sorta la discarica si trova all’interno di una zona boschiva della grandezza di 500 metri quadrati dove erano stati depositati, nel corso del tempo, oltre 3000 metri cubi di materiali inquinanti, tra questi una gran massa di rifiuti speciali, amianto, eternit, materiali in plastica, bitume, carcasse di auto e motorini, lavatrici, rottami di elettrodomestici ed addirittura materiale di risulta proveniente da ristrutturazioni di immobili. Un vero e proprio scempio alla natura che si era perpetrato anche ai danni dell’ambiente, in quanto il percolato si era infiltrato nel sottosuolo. Da qui il sequestro nello scorso anno ad opera del nucleo mobile della tenenza della Guardia di Finanza di Capri, coordinato dal comandante Pietro Varlese, che dopo aver apposto i sigilli alla zona inviò il fascicolo in Procura per avviare un’attività di indagine e risalire ai colpevoli del danno ambientale. Il Magistrato impose poi ai proprietari del fondo, una società del nord Italia, di farsi carico delle spese della bonifica dell’intera zona tramite una ditta specializzata. La bonifica, iniziata nel mese di Giugno, e venne affidata al personale della ditta specializzata Ecoleuropa Srl che immediatamente iniziò la rimozione, catalogazione e messa in sicurezza dei materiali inquinanti, nocivi e cancerogeni, in particolare l’amianto ed i residui di eternit. Gli operai della ditta incaricata, nel corso della bonifica, hanno anche prelevato i campioni del terreno della discarica per verificarne la contaminazione. Ci sono voluti quindi mesi e mesi prima di concludere le operazioni e trasferire il materiale nelle discariche autorizzate, ed ora con il dissequestro di ieri quell’area comincerà a riprendere il suo aspetto originario. Ma le indagini della Guardia di Finanza non si fermano con il dissequestro dell’area bonificato. La Procura e la Guardia di Finanza continuano le indagini con controlli incrociati per arrivare ai responsabili dello scempio ambientale che hanno potuto operare impunemente, sicuramente per diversi anni, e scaricare materiali micidiali e nocivi per la loro pericolosità in una proprietà privata, a poche decine di metri dalla strada carrozzabile del Faro, che nei mesi estivi viene attraversata e frequentata da migliaia di persone. L’indagine continua anche sull’altro fronte, che portò i militari, nel corso della prima operazione, a scoprire anche una lottizzazione abusiva che era stata fatta nell’area verde adiacente alla discarica abusiva. L’indagine, che va avanti dal mese di Giugno, è affidata al Pubblico Ministero Luisanna Figliolia, che partendo proprio dalla discarica, insieme al Nucleo della Guardia di Finanza di Capri ed agli ufficiali di polizia giudiziaria del Comando Provinciale di Napoli scoprì che circa tre ettari di area verde erano stati divisi in piccoli lotti e ceduti a trentadue persone, nei confronti dei quali il Pm firmò avvisi di garanzia per lottizzazione abusiva e frazionamento illecito. Il valore immobiliare dell’area lottizzata, nei pressi della quale si trova anche la discarica, secondo gli inquirenti si aggira intorno ai tredici milioni di euro. Un’inchiesta su due binari che continua nei confronti dei nuovi proprietari che hanno acquistato i lotti e contro ignoti per quanto riguarda il reato ambientale della discarica abusiva.