Anna Maria Boniello – L’ Arco Naturale ingabbiato, prigioniero dei tubi innocenti e dell’ incapacità politico-amministrativa. È una storia di bellezza deturpata quella che ha come protagonista l’ isola di Capri alla vigilia della stagione estiva. Una storia che parte da lontano, per la precisione dal 2013, quando l’ allora vicesindaco con delega all’ Urbanistica Marino Lembo ottiene dalla Regione (sfruttando la delibera sull’ accelerazione della spesa) un finanziamento di un milione e mezzo di euro per la messa in sicurezza dell’ Arco, un luogo unico al mondo, da cui è possibile ammirare un panorama mozzafiato. Partono le gare e, in base al famigerato criterio del massimo ribasso (finalmente abolito con il nuovo codice degli appalti), l’ appalto viene aggiudicato ad una ditta di Casoria con un ribasso record (del 45 per cento). È a questo punto che iniziano i problemi. «Fin da subito la ditta ha dovuto fare i conti con problemi tecnici, legati alle difficoltà di trasporto dei materiali, che sarebbe dovuto avvenire via terra – racconta Lembo – E invece l’ impresa realizzò una base sugli scogli, a poche centinaia di metri dalla Grotta Bianca, con annessa teleferica per il trasporto di tubolari, macchinari e attrezzature». Un’ operazione complessa e onerosa, che spinge la ditta aggiudicataria a chiedere un ritocco del contratto al Comune. Ma la nuova amministrazione cittadina, guidata da Giovanni De Martino, non ci sta e contesta le spese aggiuntive rivendicate dalla ditta di Casoria. Si arriva allo scontro, tant’ è che il Comune di Capri avvia le procedure per la rescissione del contratto. Inevitabile, a questo punto, il contenzioso. L’ impresa aggiudicataria si rivolge sia al Tribunale amministrativo che a quello ordinario e i giudici dispongono una consulenza tecnica d’ ufficio: il perito è in questi giorni al lavoro con una serie di sopralluoghi già effettuati e un altro previsto nelle prossime ore. Poi si tireranno le somme. Nel frattempo l’ amministrazione De Martino va avanti per la propria strada: «Stiamo accelerando al massimo per assegnare l’ appalto ad un’ altra ditta – spiega il sindaco – Quella che alla gara si era piazzata come seconda ha rifiutato e ora sono in corso contatti con la terza. Faremo tutto il possibile per far ripartire al più presto i lavori. L’ obiettivo è tutelare il nostro paesaggio e valorizzare le nostre bellezze». Mentre sull’ isola azzurra si combatte una battaglia senza esclusione di colpi a suon di carte bollate, l’ Arco Naturale resta lì, avvolto dai tubi innocenti, come il peggiore dei monumenti all’ incuria, pronto ad essere ammirato dalle migliaia di turisti che tra qualche settimana si riverseranno all’ ombra dei Faraglioni. Oltre al danno, poi, si aggiunge la probabile beffa: se lo stallo non verrà sbloccato in tempi rapidi, infatti, il Comune di Capri perderà il finanziamento europeo faticosamente conquistato. E, a quel punto, addio al recupero dell’ Arco Naturale, e addio alla rimozione degli orrendi tubi.