Anna Maria Boniello – Anacapri in lutto per la morte di Raffaele Gargiulo, il capitano di vascello che ha voluto mantenere sempre la sua residenza sull’isola dove rientrava ogni volta che le sue “missioni” in mare e gli impegni in terraferma glielo consentivano per ritrovarsi con la sua famiglia, la moglie Stefania dell’antica famiglia anacaprese titolare dell’unica farmacia di Anacapri e il figlio Alessandro che frequenta gli studi all’istituto Axel Munthe ed è amante delle discipline delle arti marziali. Una vita semplice, scandita dai ritmi delle abitudini capresi, che vedeva il capitano di vascello recarsi a messa la domenica nella chiesa di Santa Sofia di Anacapri e dopo intrattenersi con gli amici e tra questi Raffaele Vacca, il presidente dell’Associazione di varia umanità con cui lo legavano vincoli di amicizia e parentela e che sabato 25 settembre 2010 gli aveva consegnato – insieme al sindaco – il Premio Capri San Michele/Anacapri, un riconoscimento che la giuria del premio presieduta da Francesco Paolo Casavola attribuisce ogni anno ad un anacaprese che abbia raggiunto e conservi un alto grado di affermazione e prestigio nel proprio campo di attività. Un prestigio e un’autorevolezza che quell’anacaprese schivo e riservato si era conquistato sul campo al comando della San Giusto, la nave della Marina Militare impegnata nella missione diplomatico-militare in Somalia e in azioni antipirateria. Proprio durante quella missione, un anno fa, venne fuori il valore del comandante Gargiulo che mantenne tutto il suo sangue freddo quando un elicottero in dotazione alla nave venne attaccato dai pirati e colpito da una scarica di proiettili: un’azione che si concluse senza nessuna tragica conseguenza grazie alla fermezza del comandante. La San Giusto, infatti, non reagì al fuoco per non mettere a rischio l’incolumità degli eventuali ostaggi. Il comandante riuscì a portare a termine l’operazione senza spargimento di sangue. Solo un tassello di una brillante carriera che ha visto Gargiulo navigare sino all’Antartide su una nave rompighiaccio della marina argentina. Forte di un dna che gli proveniva dalla sua famiglia di marineria anacaprese, che aveva già visto il nonno Raffaele e il padre Salvatore solcare i mari del mondo. A ricordare la figura dello sfortunato compaesano è proprio Raffaele Vacca insieme al quale coltivava la passione per la cultura e la letteratura e che aveva visto Raffaele Gargiulo autore di un libro sulle imprese di uno dei più grandi navigatori del mondo, Magellano, dal titolo “Primus circumdedisti me!”, edito nel 2011 dalla Rivista Marittima. Una delle sue ultime opere, che Gargiulo scriveva quando solcava mari ed oceani. E il capitano di vascello, che a soli 50 anni si apprestava a ricevere il grado di ammiraglio, dai ponti delle navi si era trasferito al Palazzo della Marina a Roma, negli uffici sul lungotevere dello Stato maggiore della forza armata che ospitava un tempo il Ministero della Marina, dove si è stroncata la sua ancor giovane esistenza.