Anna Maria Boniello. Capri – A cinquant’anni dalla morte il Comune di Anacapri ed il Premio Capri San Michele ricordano la figura di Amedeo Maiuri avvenuta a Napoli il 7 Aprile del 1963. La manifestazione celebrativa è stata fissata per martedì 30 Aprile e vuole essere un doveroso omaggio ad uno dei più grandi archeologi del ‘900 e che a Capri ha riportato alla luce con i suoi scavi, negli anni trenta, tre siti importantissimi che riguardano la Capri imperiale: quello di Villa Jovis, la domus aurea tiberiana, situata sulla collina che ancora oggi porta il nome di Tiberio, coprendo una superficie di circa 7000 metri quadrati ad oltre trecentocinquantametri d’altezza sul livello del mare. Gli scavi effettuati da Maiuri furono effettuati nel 1932 sulla scia degli scavi del 17mo secolo dell’archeologo austriaco Hadrawa voluti da Carlo di Borbone. Sempre di Amedeo Maiuri gli scavi i ruderi di Palazzo a Mare, un ampia costruzione in riva al mare che fu la residenza preferita di Ottaviano Augusto, nei tempi moderni conosciuta come Bagni di Tiberio, Villa Damecuta, ricca di colonne e pavimenti in puro marmo greco,sul versante settentrionale dell’isola sovrastante la Grotta Azzurra, ad Anacapri l’amena località dell’isola che Amedeo Maiuri ha preferito alla più mondana Capri e dove visse nella sua casa, un tipica architettura caprese a cui diede il nome di “l’Olivella”. Ed è proprio Anacapri oggi a voler ricordare la traccia importante che ha lasciato sull’isola Amedeo Maiuri che alla sua opera di archeologo riuscì ad abbinare anche quella di fine scrittore lasciando a testimonianza un’ampia bibliografia che include tre importanti libri su Capri, tra questi “Capri Storia e Monumenti, un libro cult stampato dalla Poligrafica di Stato, che per anni è stato la guida tradotte in più lingue per il turista colto attento alla storia dell’isola, ed ancora Breviario di Capri e Lettere di Tiberio da Capri. In sinergia col Premio Capri San Michele un’intera giornata sarà quindi dedicata alla memoria dell’archeologo che tanto si è impegnato a riportare alla luce le testimonianze archeologiche di un tempo, ed al quale le due amministrazioni comunali hanno voluto intitolare una strada: il lungo viale che conduce a Villa Jovis a Capri, e ad Anacapri quella che conduce a Torre Damecuta. Numerosi articoli pubblicati da Il Mattino e dal Corriere della Sera portarono all’attenzione del mondo dei mass media e dei non addetti ai lavori la storia dell’archeologia dell’isola di Capri, portandola all’attenzione dei lettori di tutta Italia.