[da Il Mattino del 13.1.2011]Anna Maria Boniello. Capri – Giallo a Capri per un incidente sul lavoro a Capri. Un operaio di 42 anni è morto in un cantiere per cause ancora da accertare, denunciato il titolare dell’impresa, Nicola Pisacane caprese di 40 anni ed un operaio della ditta. L’incidente è accaduto ieri mattina in una villa di Marina Piccola, una seconda casa di proprietà di un professionista napoletano, dove un’impresa edile del posto stava effettuando lavori abusivi di sbancamento ed impermeabilizzazione dei solai. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, rivelatasi poi fasulla, l’operaio, Raffaele Buonocore, 42 anni di Napoli, si era accasciato al suolo a causa di un improvviso malore, mentre trasportava a spalla un pesante contenitore contenente materiale proveniente dagli scavi. Un’ipotesti che non ha convinto gli inquirenti e che ha portato il Vicequestore Stefano Iuorio, ad aprire l’inchiesta e a firmare gli avvisi di garanzia per omicidio colposo e mancata applicazione delle norme anti infortunistiche nel titolare di Nicola Pisacane titolare dell’impresa e favoreggiamento personale per l’operaio Franco Farace. Tra le accuse e contestazione che sono partite dal commissariato di Capri spicca quella che il 118 non è stato allertato al momento dell’incidente, e l’uomo esanime è stato trasportato a braccia sino alla strada carrozzabile, dove è stato caricato a bordo di un’auto privata per essere trasportato all’Ospedale Capilupi che dista poche centinaia di metri dal luogo dell’accaduto, dove l’uomo è giunto già privo di vita. Immediata è scattata l’indagine della polizia che ha portato gli agenti ad ispezionare l’intera area del cantiere è risultato dove erano in corso lavori abusivi e dove sono state riscontrate una serie di inadempienze, e tra questa l’inadeguatezza del quadro elettrico che addirittura è stato trovato all’esterno dell’abitacolo ed adagiato sul pavimento. L’area è stata immediatamente posta sotto sequestro dal Vicequestore Iuorio, che ha informato dei fatti la Procura della Repubblica, chiedendo la presenza sull’isola di un Magistrato e di dirigenti dell’Ispettorato del Lavoro. A poche ore dall’incidente è arrivata sull’isola il Pm della Procura di Napoli Emilia Sorrentino Galante, che ha ispezionato il cantiere e raccolto i primi elementi investigativi ed al termine del sopralluogo ha disposto l’autopsia della salma, per poter risalire alle cause effettive del decesso. Sull’isola sono arrivati anche i familiari dello sventurato operaio, il padre Antonio, anche lui operaio edile che lavora in varie imprese edili di Capri da circa trent’anni e il fratello Salvatore che hanno accompagnato la moglie ed i due figli del loro congiunto Raffaele. Nell’obitorio scene di dolore straziante dei familiari e pesanti accuse sono arrivate dal padre e dal fratello dell’operaio scomparso. “Si voleva fare apparire una realtà diversa” dice Salvatore “ho trovato dopo ore di ricerca il telefonino di mio fratello in un contenitore dei rifiuti, proprio a pochi passi dall’Ospedale Capilupi”, “mentre il giubbino di mio figlio” rincalza il padre Antonio “è stato trovato in un’area di parcheggio, molto distante dal cantiere. Siamo ancora alla ricerca” continua Salvatore “dei pantaloni e delle scarpe, che non sappiamo dove siano stati gettati, e questo aggiunto al fatto che non è stato chiamato il 118 ci fa pensare che si voleva dare una versione dei fatti diversa dalla realtà. E’ inumano” continua tra le lacrime il padre “che mio figlio è stato trasferito con un auto privata, forse l’ausilio di sanitari specializzati ed un’autoambulanza attrezzata poteva servire a salvargli la vita. Mio fratello” dice ancora Salvatore “è morto per il ritardo con il quale è arrivato in ospedale. Hanno preferito attendere che in cantiere arrivasse il titolare per poter dare eventualmente la sua versione dei fatti.” L’inchiesta, secondo gli inquirenti potrebbe poi estendersi anche al professionista napoletano, attuale proprietario della villa dove erano in corso i lavori abusivi.